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Chiazzese Lauro
(Giurista)

Nato a Mazzarino (Caltanissetta) il 6 agosto 1903 e morto a Palermo il 14 dicembre 1957

Il padre era pretore a Mazzarino e una brillante carriera lo porterà alla Cassazione. La famiglia si stabilì a Palermo, dove Lauro compì gli studi secondari e conseguì la laurea in Giurisprudenza. Nel 1930 ebbe l'incarico di Storia del diritto romano all'Universita' di Genova.

Dopo tre anni tornò in Sicilia come professore straordinario all'Universita' di Messina e nel 1936 fu chiamato alla cattedra di Diritto romano nella Facolta' palermitana, la stessa in cui si era iscritto nel 1919, innamorandosi della scienza giuridica romana dopo l'incontro con Salvatore Riccobono. Il grande giureconsulto dell'eta' repubblicana ogni giorno, dopo la lezione, costringeva l'allievo prediletto ad accompagnarlo a casa camminando sui marciapiedi dal lato del sole, così il maestro  curava i reumatismi che l'affliggevano.

Riccobono condizionò in modo determinante la formazione scientifica di Chiazzese con la sua personalita' magnetica e con l'insegnamento delle dottrine fatte criticamente proprie, inquadrate nelle correnti culturali storico-giuridiche del tempo.

Nello stesso periodo in cui arrivavano i primi successi di lavoro a fianco del grande romanista, Chiazzese seguiva le vicende politiche nazionali, commentandole in compagnia di un gruppo di amici, irriducibili antifascisti, tutti formalmente uniti dalla passione per le carte da scopa che in realta' non presero mai in mano: il "Circolo dello scopone" frequentato da Chazzese negli anni '40 era solo il pretesto di un impegno civile dal sapore vagamente goliardico.

Si incontravano nella casa di Giovanni Baviera, altro insigne romanista, liberale di vecchia data, che qualche anno dopo sarebbe diventato rettore dell'Universita' prima che gli subentrasse lo stesso Chiazzese. Con loro, a parlare del regime e delle sue imprese, c'erano Bernardo Mattarella, Ignazio Gatto e altri; discutevano di politica e tenevano a portata di mano un mazzo di carte sul tavolo attorno al quale farsi trovare seduti in caso di incursioni indesiderate.

Chiazzese si candidò al Senato nel 1948 nelle liste della Democrazia Cristiana, non fu eletto e più tardi fu nominato segretario amministrativo regionale del partito. Amico e consigliere di Franco Restivo, nel dopoguerra si appassionò al dibattito politico sui problemi della ricostruzione del Paese.

Fu presidente della Cassa di Risparmio, che alla sua morte gli intitolò una fondazione; presidente del Centro studi filologici e linguistici siciliani fondato nel 1951; vice presidente della Societa' Termoelettrica siciliana e rivesta' ruoli direttivi in molti altri organismi.

Ma dove Chiazzese diede anima e corpo fu sempre il mondo accademico: componente del Consiglio superiore della Pubblica istruzione, nel 1948 venne eletto preside della Facolta' di Giurisprudenza e due anni dopo rettore dell'Universita'

Rieletto nel 1953 e nel 1956, resse il Rettorato fino alla morte: alui si devono l'acquisto dell'area di viale delle Scienze, l'istituzione della Facolta' di Magistero, di Architettura e di molte altre cattedre, oltre che il potenziamento delle attrezzature scientifiche, delle cliniche e dei laboratori che la guerra aveva mutilato.

L?uomo era forte, risoluto, tenace; trasudava dignita' e conduceva uno stile di vita sobrio, era consapevole del proprio ingegno e del proprio prestigio. Si dice che l'umilta' non fosse il suo forte, ma era generoso e dotato di humor; trattava gli allievi con familiarita' e se li portava a mangiare a Romagnolo dove, davanti a un piatto di pesce, con fine oratoria impartiva lezioni di diritto romano e di buona cucina.

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