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Mercurio Gaetano
(Pittore)

Nato a Palermo intorno al 1730 e morto nel 1790.

Studiò col pittore cappuccino Fedele Tirrito di S. Biagio e da questi fu inviato a Roma presso la scuola del Conca.

La prima notizia che riguarda la sua attività artistica è un documento del 1778, in quell'epoca infatti dipinse per la chiesa madre di Castelbuono la Vergine appare a S.Giovanni Evangelista e la Vergine appare a S. Eligio.

Gli vengono assegnate altre opere per Castelbuono, eseguite prima di questa data: i riquadri di tela raffiguranti Ester, Giuditta, David e S. Giovanni Evangelista nella cappella dell'Immacolata all'interno della Matrice nuova e nella cappella del Sacramento S.Luigi Gonzaga che riceve la comunione dal cardinal Bellarmino e Gesù Cristo che comunica la Vergine Maria.

Gli viene attribuita una Madonna delle Grazie nella parrocchia palermitana di S. Antonio Abate e altre tele nella chiesa del SS. Crocifisso di Calatafimi.

Ancora sue opere si trovano a Galati Mamertino, Chiaramonte Gulfi e in alcune chiese palermitane.

Nella bottega dell'artista operarono anche i figli.

Antonio, nato nel 1750 circa e scomparso sul finire del secolo; come per il padre la prima opera certa si trova a Castelbuono, nella Matrice nuova e rappresenta la Vergine con il Bambino tra i SS. Paolo e Francesco di Paola.

Suoi dipinti si trovano anche nella chiesa madre di S.Bartolomeo a Lipari.

L'unica sua opera a fresco è la decorazione della volta della chiesa del SS. Crocifisso a Calatafimi.

Gli viene attribuita la tela della Deposizione presente nella chiesa madre di Enna e altre opere di sua mano si trovano a Motta d'Affermo.

Anche Gioacchino (1758 - 1808 ca.) fu attivo nella bottega paterna; gli sono attribuiti gli affreschi dell'Oratorio dei Bianchi, ora quasi del tutto cancellati e una Natività nella Chiesa del Carmine a Palermo.

Alla famiglia appartenne anche Salvatore, che fu console della Corporazione degli argentieri.

E' di sua mano il grande ostensorio in argento dorato e smalti del Duomo di Enna del 1768.

Gli è attribuito anche l'ostensorio della Cattedrale di Palermo decorato a smalti e volute, che culminano nella sommità del fusto con puttini che reggono la sfera gemmata, ricoperta da brillanti e rubini.

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