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Messina Maria
Messina Maria
(Scrittrice)

Nata il 14 marzo 1887 e morta a Pistoia nel gennaio 1944.

Per motivi familiari fu costretta a lasciare la Sicilia, visse in Umbria, Toscana, Marche e, infine, a Pistoia, dove fu colpita da una grave infermità e dove morì.

Fu molto apprezzata da Giuseppe Antonio Borghese; nutrì un'autentica venerazione per Giovanni Verga, al quale dedicò molte sue opere e col quale mantenne un rapporto epistolare.

Il suo primo libro, la raccolta di novelle "Pettini fini", fu pubblicato nel 1909 dall'editore Sandron di Palermo e, sempre presso lo stesso editore, uscirono i volumi di racconti "Piccoli gorghi" del 1911 e "I racconti di Cism" del 1912.

Nel 1914 nella rivista "Nuova Antologia" venne pubblicata la novella "Luciuzza".

Altre sue raccolte di novelle: "Le briciole del destino" del 1918, "Il guinzaglio", "Personcine" e "Ragazze siciliane" del 1921.

Scrisse i romanzi: "Primavera senza sole" e "Alla deriva" del 1920, "La casa nel vicolo" del 1921, "Un fiore che non fior" del 1923, "Le pause della vita" del 1926 e "L'amore negato" del 1928.

Le fiabe: "I figli dell'uomo sapiente" del 1915 e "Il galletto rosso e blu" del 1921.

Produsse anche opere di narrativa per ragazzi: "Cenerella" e "Il giardino dei grigoli" del 1922.

Nel 1981 la casa editrice Sellerio di Palermo, con note di Leonardo Sciascia, ha ristampato l'opera "Casa paterna", una silloge di novelle comprendente "Gli ospiti" e "L'ora che passa", tratte da "Piccoli gorghi" e la novella "Casa paterna" tratta da "Le briciole del destino".

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