Consulta l'archivio biografico
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Nato a Padova l'11 febbraio 1900 e morto a Roma il 18 febbraio 1943.
Figlio del giornalista palermitano Alfredo Armò che si trovava nella Comune veneta come redattore della "Provincia di Padova" e della siracusana Milena La Corte. Il nonno suo omonimo (1830-1909), fu un magistrato e senatore del Regno.
Lo zio Ernesto un noto architetto. Iniziò giovanissimo a dedicarsi all'attivita' giornalistica collaborando a importanti periodici dell'epoca, che lo posero all'attenzione della critica. Nel 1921, a Napoli, diresse la rivista "Le cronache letterarie e teatrali" e dal 1927 il mensile di letteratura, teatro e spettacoli "Retroscena", al quale lavorò con dedizione per sedici anni.
A Napoli fu segretario del Sindacato nazionale autori e scrittori. Costituì l'EST (Ente siciliano teatrale) e organizzò la prima Festa del libro. Molti suoi articoli e saggi su temi a lui congeniali come la poesia, il teatro, la critica, il folklore, la politica e la storia furono pubblicati sotto lo pseudonimo di Armogiac.
Tra le sue opere si ricordano: "Sotto zero" liriche del 1926; "Il Vispo Tereso" poemetto satirico del 1927; "Autori e scrittori nell'Ordine nuovo" del 1928; "Teatro breve" del 1931; "Pasquale Paoli" del 1941.
Per il teatro scrisse: "Trasteverina" 1927, "Gli Araldi" 1928, "Arriva strapaese" 1930; "Il dono", "Quando noi vivi ci addormentiamo" e "Tempo di jazz, di minuetto e di ballata" del 1931; "Tra Scilla e Cariddi" 1932, "Villeggiatura" 1933 e "Le vie diverse" del 1933; "Gonna o toga" 1935, "L'ora d'oro" 1936, "Le nuove avventure di Adamo ed Eva" 1937. Lasciò un esauriente saggio su "Martoglio e la storia del Teatro siciliano" del 1929 ed apprezzati saggi critici sui pupi siciliani e sul Ditirambo di Giovanni Meli.