Consulta l'archivio biografico
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Nato nel 1810 e morto a Palermo nel 1879.
Personaggio più in vista di una famiglia che comprendeva il fratello Francesco (1790 - 1849) e forse un Giuseppe, come risulterebbe dal Mira, autore dell'opuscolo "Protesta del popolo delle due Sicilie" che circolò anonimo e clandestino nel 1847.
Francesco aveva preso attivamente parte ai moti del 1820 e il 9 gennaio 1848 aveva fatto affiggere clandestinamente, nelle principali vie cittadine, un manifesto di sfida ai borboni, forse su suggerimento di Rosario.
Dopo la restaurazione venne arrestato e portato nella Cittadella di Messina, dove morì. Rosario aveva organizzato nel 1848 a Palermo il Circolo popolare, in cui si riconoscevano e si raccoglievano personaggi di tendenze repubblicane, come Rosolino Pilo ed altri meno noti.
L'esempio venne imitato anche nel resto dell'isola. Le ostilità del governo e di altri moderati lo spinsero a scrivere opuscoli e pamphlets come la "Difesa del Circolo popolare di Palermo".
Al rientro dei Borboni, fu costretto all'esilio prima a Malta e poi in Francia, dove continuò assieme ad altri fuoriusciti l'attivita' antiborbonica, entrando pure in contatto con l'organizzazione di Giuseppe Mazzini.
Dopo la rivoluzione del 1860 rientrò a Palermo e fondò nel 1861, la Società degli Operai, organizzando un partito d'azione che si faceva fautore dell'intervento armato per liberare Venezia e Roma.
Impegnatosi attivamente nella politica, nel 1865 partecipa alle elezioni per i democratici. Durante i moti del 1866 prende posizione contro la repressione governativa attaccando l'allora sindaco Starrabba di Rudinì responsabile ai suoi occhi di non avere agito per il bene di Palermo.