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Trigona Albanese Giovanna
(Politica e benefattrice)

Nata a Palermo nel 1904 e morta nel 1994.

Secondogenita del conte Romualdo Trigona di S.Elia e di Giulia Filangeri Tasca di Cutò, la primogenita fu la sorella Clementina, Giovanna Trigona sembrava destinata ad una giovinezza dorata, considerato che il padre era gentiluomo di Corte Reale e la madre non solo prima dama d'onore della regina Elena, ma anche sua amica preferita e madrina di battesimo del principe Umberto.

I Trigona vivevano nel Palazzo del Quirinale, per potere adeguatamente svolgere i loro compiti.

Nel 1911 si verificò un orribile episodio, che inciderà pesantemente sulla vita delle due giovani sorelle: il barone Giuseppe Paternò del Cugno, con il quale Giulia Trigona aveva intrecciato una relazione sentimentale, non volendo accettarne l'interruzione, la uccise ferocemente.

I Trigona ritornarono a Palermo, dove il Conte Romualdo, nel 1913, verrà eletto sindaco della Comune. Il trauma subito da Giovanna Trigona si attutì nel 1923 quando sposò Beppe Albanese, dal quale ebbe un figlio maschio.

Il marito la coivolse nelle sue passioni sportive, Targa Florio e Giro Aereo Internazionale di Sicilia, soprattutto. Ma non furono i compiti di rappresentanza, a lei attribuiti in tali circostanze, ad essere le attività principali di Giovanna Trigona: nel corso della seconda guerra mondiale diviene crocerossina, volontaria di guerra; a conflitto concluso, nel 1947, a fianco dell'onorevole A.Cucco, fonda a Palermo il Movimento Sociale Italiano.

Non appena fu concesso alle donne di fare politica attiva, si candidò al Consiglio comunale e fu la prima donna palermitana a sedere sugli scranni di Palazzo delle Aquile.

Da lì operò in difesa della famiglia e degli strati meno abbienti della popolazione cittadina, azione che svolse anche nella qualità di dama della società S.Vincenzo de Paoli.

Fu presidente dell'Associazione a favore dei profughi giuliani e dalmati e fondatrice, assieme alla signora Di Figlia, della Casa del cane, alla Favorita. Lettrice attenta, sensibile alla narrativa ed alla poesia, era cugina di Lucio Piccolo e di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a fianco di Teresa Landolfi Di Blasi e alla sorella Clementina, diede vita al Piccolo Teatro di Palermo.

Più tardi, con Vittorio Umiltà sarà fra i fondatori dell'Associazione "Salvare Palermo".

Si adoperò molto a migliorare le condizioni di vita dei cittadini del quartiere intorno a palazzo Trigona, fortemente danneggiato dai bombardamenti e stabilì con loro un consistente vincolo di stima e di affetto, tanto che, dopo la sua scomparsa, chiesero al figlio Marino il permesso di affiggere nell'atrio del palazzo una lapide che così concludeva: "Amò tutti e fu riamata, unì tutti e non separò mai".

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