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Alajmo Michele
(Schermidore)

Nato nel 1889 e morto a Palermo il 2 ottobre 1959.

Comincia a sette anni a praticare questa nobile disciplina col padre Cesare, fondatore del Circolo schermistico di Palermo.

Campione italiano dei dilettanti di fioretto nel 1910 e 1911, fu un innovatore della scherma e ne studiò a fondo tecnica e storia.

Diventa maestro e nel 1936 pubblica a Rodi il trattato "Come si diventa spadisti".

Quando nel 1950 la Federazione internazionale di scherma lancia un invito per la ricerca di una idonea definizione di "tempo schermistico", lui fu l'unico in grado di rendere la vera essenza del problema con la seguente risposta: "Tempo schermistico" la dovuta priorità fra due stoccate.

Alla sua morte viene seppellito, secondo le sue volontà con indosso la sua classica divisa bianca da spadaccino.

Il fratello Edoardo nasce nel 1893, anche lui comincia ad impugnare la sciabola a sette anni.

Appena diciannovenne, nel 1912, partecipa ai giochi olimpici di Stoccolma nella sciabola di squadra e nel fioretto individuale, in cui si classifica al quinto posto.

Nel 1930 ai campionati del mondo di Anversa per maestri si classifica al secondo posto, dopo Nedo Nadì.

Spirito irrequieto, ama viaggiare e dopo un lungo girovagare nel 1932 si trasferisce in Messico dove impartisce lezioni di scherma.

Nel 1960 torna per l'ultima volta in Italia in occasione delle Olimpiadi di Roma, ricoprendo il ruolo di accompagnatore della squadra messicana. Muore lontano da Palermo nel 1959.

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