L'Ancilu e i vacabunni - Cuntu di Natali
In occasione delle festività natalizie, all’interno del progetto culturale dal tema “ Accendiamo una luce…” finanziato dal Comune di Palermo Area delle Culture, martedì 22 e mercoledì 23 Dicembre, con due repliche giornaliere alle ore 17.00 ed alle ore 18.00 va in scena in diretta dalla Fattoria Sociale Danisinni "L’Ancilu e i vacabunni – Cuntu di Natali" , spettacolo di prosa con il testo e la regia di Gigi Borruso; interpretato da Stefania Blandeburgo e 12 attori formati dalla compagnia DanisinniLab.
A seguito delle attuali norme di prevenzione COVID-19 lo spettacolo sarà realizzato senza la presenza di pubblico e sarà presentato in modalità streaming suila pagina Facebook Danisinni lab
L’avvento di una nuova luce nella tradizione cristiana, legata alla nascita miracolosa d’un bambino divino, diviene nel testo di Borruso la luce che riscuote un gruppo di vagabondi e di persone ai margini della società contemporanea. Da fenomeno esterno, accolto con stupore e incredulità, la luce diviene – in ognuno dei personaggi coinvolti – autocoscienza, riflessione profonda sulla propria condizione e fiducia nella nascita d’un nuovo mondo.
“L’Ancilu e i vacabunni”, nasce in seno alle attività di promozione sociale e artistica e di valorizzazione del territorio del quartiere di Danisinni che il Museo Sociale Danisinni porta avanti anche con il suo Laboratorio teatrale DanisinniLab. Il testo originale, scritto per l’occasione da Gigi Borruso, ripercorre la vicenda evangelica della nascita di Cristo dalla prospettiva degli ultimi. In scena una narratrice e dodici vagabondi che in una notte d’inverno vengono visitati da un Angelo che annuncia loro la nascita d’un bambino “figlio del cielo”.
Nella forma che si riallaccia alla tradizione della sacra rappresentazione medievale, dove sacralità e comicità si incrociano con naturalezza e disarmante “ingenuità”, lo spettacolo in realtà rielabora il racconto evangelico, dall’Annunciazione di Maria, all’adorazione del Bambino, in un tempo contemporaneo, dove il sogno dell’avvento di un nuovo mondo è il sogno dei vagabondi, dei senza casa, dei perseguitati dei nostri giorni.