Io, pacifista in trincea. Un italoamericano nella Grande guerra

Accade a Palermo (14 Aprile 2021)
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Mercoledì 14 aprile sarà presentata online, con il patrocinio gratuito del Comune di Palermo e alla presenza del sindaco Orlando, l’edizione italiana del libro del 1931 in cui l’italoamericano di Palermo Vincenzo D’Aquila raccontò la sua conversione da volontario a pacifista al fronte della Prima guerra mondiale.

Mercoledì 14 aprile alle ore 19.00, in collegamento sulla piattaforma Zoom (https://us02web.zoom.us/j/9404946881 Passcode: A&A), si svolgerà la presentazione del libro “Io, pacifista in trincea. Un italoamericano nella Grande guerra” (Donzelli Editore), a cura di Claudio Staiti, con la prefazione di Emilio Franzina. Il volume, che gode del patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, è l’edizione italiana di Bodyguard Unseen. A true autobiography, scritto da Vincenzo D’Aquila (Palermo, 1892 – New York, 1975), pubblicato per la prima volta in inglese a New York nel 1931, e sinora mai arrivato in Italia.

Alla presentazione, introdotta e moderata da Salvo Menna, vicepresidente della Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone” di Palermo, prenderanno parte Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e Santo Lombino, direttore scientifico del Museo delle Spartenze, che dialogheranno con Claudio Staiti, giornalista e dottore di ricerca in Storia Contemporanea all’Università di Messina, che ha curato e tradotto il volume. Dagli Stati Uniti si collegheranno anche i nipoti dell’autore. La presentazione è organizzata dalla Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone” di Palermo in collaborazione con il Museo delle Spartenze dell’area di Rocca Busambra di Villafrati e ha ottenuto il gratuito patrocinio da parte del Comune di Palermo.

Il libro, arricchito da due saggi introduttivi, da un ricco apparato di note e da una sorprendente appendice documentaria, racconta la storia vera dell’italoamericano Vincenzo D’Aquila che, scappato di casa nel luglio 1915 per arruolarsi volontario nelle file dell’esercito italiano e iscritto nel 25° reggimento della brigata Bergamo, davanti alla cruda realtà del fronte e all’atrocità del conflitto, fu spinto a imbracciare il fucile, ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per tutta la guerra. Questa fu la sua «chimerica promessa»: piuttosto che uccidere un altro uomo sarebbe morto lui stesso, fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo avrebbe protetto. Tra complicate strategie messe in atto per tener fede alla sua promessa e l’avversione dei suoi superiori che lo consideravano un pazzo più che un profeta, D’Aquila fu allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali psichiatrici.

Sopravvissuto al conflitto, D’Aquila rientrò negli Stati Uniti, dove anni dopo scrisse il racconto della sua esperienza. Il libro, nonostante le critiche positive, cadde presto nell’oblio. In Italia rimase inedito, probabilmente perché il fascismo non gradì l’implicito inno alla pace che racchiudeva. Nato come sintesi introspettiva di una personale «odissea di guerra e pazzia», il racconto di D’Aquila costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un solo colpo.

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