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Periodo di riferimento 2016
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Capitolo 3 - Demografia

Il Censimento della popolazione

Nel 2011 si è svolto il 15° Censimento generale della popolazione, che ha avuto come data di riferimento il 9 ottobre. Il 18 dicembre 2012 sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i primi risultati definitivi. Con particolare riferimento al numero di residenti, la popolazione censita diviene riferimento legale fino alla successiva rilevazione censuaria ed è perciò definita “popolazione legale”.

A Palermo sono state censite 657.561 persone, di cui 313.171 maschi, pari al 47,6% del totale, e 344.390 femmine, pari al 52,4% del totale.

Rispetto al Censimento del 2001, si è registrata una diminuzione di 29.161 abitanti, pari al 4,2% (graf. 3.1).

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Grafico 3.1: Popolazione residente ai censimenti

Questi dati confermano il trend decrescente del numero di persone residenti a Palermo che si registra già da diversi anni. Osservando i dati riferiti ai censimenti passati, si può notare come il picco sia stato raggiunto nel 1981, con quasi 702 mila persone residenti, che 10 anni dopo si sono ridotte a quasi 699 mila unità, per poi flettere a 686.722 residenti nel 2001 e – infine – a 657.561 residenti nel 2011.

I risultati del censimento confermano Palermo come la quinta città italiana per dimensione demografica, dopo Roma, Milano, Napoli e Torino, e prima di Genova.

La popolazione residente

La popolazione residente a Palermo al 31 dicembre del 2016 è risultata pari a 673.735 abitanti.

Rispetto al 2015 si è registrata una diminuzione di 700 unità (-0,8%), determinata da un saldo naturale negativo per 666 unità e da un saldo migratorio e per altri motivi negativo per 34 unità.

Rispetto al 15° Censimento generale della popolazione del 9 ottobre 2011, quando sono stati censiti 657.561 abitanti, la popolazione al 31 dicembre 2016 è più alta di 16.174 unità, pari al 2,5%. Detto incremento è però interamente attribuibile alla revisione post-censuaria dell’anagrafe, che ha determinato nel 2013 un saldo positivo di 25.066 unità e nel 2014 un saldo positivo di 2.434 unità.

La popolazione per sesso

I residenti di sesso maschile sono 322.120, in diminuzione  di 66 unità rispetto al 2015, mentre i residenti di sesso femminile sono 351.615, in diminuzione di 634 unità rispetto al 2015. I residenti maschi costituiscono il 47,8% del totale, contro il 52,2% di sesso femminile (cfr. graf. 3.2).

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Grafico 3.2: Popolazione residente per sesso

Il tasso di mascolinità, ovvero il numero di uomini ogni 100 donne, è pari a 91,6 (nel 2015 era 91,5).

Il movimento naturale

Con riferimento al movimento naturale della popolazione, nel corso del 2016 si sono registrati 5.725 nati, in diminuzione del 7,9% rispetto ai nati del 2015. Il numero dei nati nel 2016 è sceso per la prima volta sotto quota 6 mila ed è ai minimi degli ultimi 50 anni. I nati di sesso maschile sono stati 2.899, in diminuzione dell’8,7% rispetto al 2015, mentre quelli di sesso femminile 2.826, in diminuzione del 7%.

Il numero dei decessi nel 2016 è stato pari a 6.391 unità, in diminuzione del 2,7% rispetto ai morti del 2015. I morti di sesso maschile sono stati 2.969, in diminuzione del 4,3% rispetto al 2015, mentre quelli di sesso femminile 3.422, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2015.

La serie storica a partire dal 1980 del numero di nati e di morti fa registrare un trend leggermente crescente del numero di morti (+12,1% dal 1980 al 2015), ed un trend fortemente decrescente del numero dei nati (-55,8% dal 1980 al 2015, cfr. graf. 3.3).

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Grafico 3.3: Nati e morti dal 1980 al 2016

Il saldo naturale, ovvero la differenza fra nati e morti, che nel 1980 era pari a +7.248, e che per tutti gli anni ’80 ha oscillato intorno a quota 5 mila, a partire dal 1998 è sceso sotto quota 2.000, e nel 2007 è sceso per la prima volta sotto quota mille. Negli anni successivi il saldo è ulteriormente sceso, fino a quota 459 nel 2009 per poi risalire nel 2010 a 514. Nel 2011 il saldo naturale ha ripreso a diminuire, e nel 2012 per la prima volta è risultato negativo, con il numero di morti superiore di 212 unità rispetto al numero di nati. Anche nel 2016 il numero di morti ha superato il numero di nati, con un saldo negativo di 666 unità (graf. 3.4).

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Grafico 3.4: Saldo naturale dal 1980 al 2016

Fra le principali cause di morte del 2016, primeggiano – come negli anni passati – quelle legate a malattie del sistema circolatorio (31,2% del totale dei decessi), ai tumori (24,8% del totale dei decessi), a malattie delle ghiandole endocrine nutrizionali metaboliche e disturbi immunitari (14,3% del totale dei decessi) e a malattie dell’apparato respiratorio (12,5% del totale dei decessi) (graf. 3.5).

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Grafico 3.5: Decessi per grandi gruppi di cause di morte

Il movimento migratorio

Con riferimento al movimento migratorio (al netto delle iscrizioni e delle cancellazioni per altri motivi), si sono registrati 9.342 immigrati, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2015. Con riferimento alla provenienza, sono aumentati gli immigrati da altri comuni italiani (8.137, +4,3%) mentre sono diminuiti gli immigrati dall’estero (1.205, -24,4%).

In termini di composizione percentuale, l’87,1% degli immigrati proviene da altri comuni del territorio nazionale, mentre il 12,9% dall’estero. Rispetto al 2015 è aumentata la quota di immigrati da altri comuni italiani, mentre è diminuita la quota di immigrati dall’estero: le due percentuali erano rispettivamente 83% e 17%.

Gli immigrati di sesso maschile sono stati 4.706, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2015, mentre quelli di sesso femminile 4.636, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2015.

Sul fronte delle cancellazioni, si sono registrati 11.678 emigrati, in diminuzione dell’8,2% rispetto al 2015.

In termini di composizione percentuale, il 90% degli emigrati si è diretto verso altri comuni del territorio nazionale, mentre il 10% si è diretto verso l’estero.

Gli emigrati di sesso maschile sono stati 5.968, in diminuzione dell’8,8% rispetto al 2015, mentre quelli di sesso femminile 5.710, in diminuzione del7,7% rispetto al 2015.

Il graf. 3.6 riporta la serie storica a partire dal 1980 degli immigrati e degli emigrati.

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Grafico 3.6: Immigrati ed emigrati dal 1980 al 2016

Il numero di immigrati evidenzia una sostanziale stabilizzazione, da circa un quindicennio, intorno a 10-12 mila unità l’anno, anche se negli ultimi anni sembra manifestarsi un trend decrescente.

Il numero di emigrati, dopo essersi anch’esso essersi stabilizzato, nell’ultimo decennio, fra 14 e 16 mila unità l’anno, nell’ultimo periodo è significativamente diminuito, fino ad attestarsi intorno a quota 12 mila.

Il saldo migratorio, pari alla differenza fra immigrati ed emigrati, nell’arco di tempo considerato (a partire dal 1980), è sempre risultato negativo, con la sola eccezione del 1981 e del 1982, gli unici due anni in cui il numero degli immigrati è stato superiore al numero degli emigrati.

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Grafico 3.7: Saldo migratorio dal 1980 al 2016

Più in particolare, per buona parte degli anni ’80 il saldo migratorio ha oscillato intorno allo zero, con un picco positivo di + 2.502 registrato nel 1981 e un picco negativo di -1.850 registrato nel 1985, salvo poi precipitare nel 1989 fino a -5.906. Negli anni successivi, si è registrato un progressivo miglioramento del saldo migratorio, fino a raggiungere, nel 1997, il valore di -1.660; successivamente, si è registrata una nuova inversione di rotta, e il saldo migratorio è tornato ad oscillare fra -4 e -6 mila. A partire dal 2005, infine, la differenza fra emigrati e immigrati è andata riducendosi fino al valore di -720 unità del 2010, valore più basso degli ultimi 20 anni. Nel 2014 il saldo è tornato a crescere in senso negativo, e nel 2015 si è attestato a quota -3.329, per poi rimbalzare nel 2016 a -2.336. (graf. 3.7)

La piramide delle età

La struttura per età della popolazione al 31/12/2016 (piramide delle età, cfr. graf. 3.8), descrive la popolazione di Palermo come una popolazione matura decrescente, in cui cioè vi è un debole ricambio, con un numero in diminuzione di anno in anno di nascite ed un ritmo di eliminazione per morte molto debole.

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Grafico 3.8: Piramide delle età

Gli stranieri

A Palermo, al 31 dicembre 2016, risultano iscritti in anagrafe 26.726 cittadini stranieri. Rispetto al 2015 il numero degli stranieri residenti è rimasto sostanzialmente stabile (+0,3%). Nel 2014, in conseguenza del completamento delle operazioni di revisione dell’archivio anagrafico sulla base dei risultati del 15° Censimento generale della popolazione, il numero di cittadini stranieri era diminuito del 15,2%. Erano infatti stati cancellati dall’anagrafe tutti i cittadini stranieri che non sono stati censiti nel 2011 e per i quali gli ulteriori accertamenti predisposti dal Servizio Anagrafe hanno dato esito negativo.

L’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione è passata dal 3,1% del 2005, al 3,5% del 2008, al 4,5% del 2012 e del 2013. Nel 2014, a causa del ridimensionamento determinato dalla revisione anagrafica, l’incidenza è scesa al 3,8%, e nel 2015 è risalita al 4%, percentuale mantenuta anche nel 2016.

L’analisi delle aree geografiche di provenienza fa emergere che oltre un terzo (il 35,7%) degli stranieri residenti a Palermo al 31 dicembre 2016 sono cittadini di un Paese dell’Asia Centro Meridionale. Seguono i cittadini dei Paesi dell’Africa Occidentale (17,3% del totale degli stranieri), quelli dell’Unione Europea[1] (15,3%), quelli, quelli dei Paesi dell’Asia Orientale (11,2%), dell’Africa Settentrionale (9,9%) e dell’Africa Orientale (4,5%).

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Grafico 3.9: Stranieri per area geografica di provenienza

Rispetto al 2015, limitando l’analisi alle variazioni più rilevanti in valore assoluto, i cittadini dell’Unione Europea sono cresciuti del 3,5% e quelli dell’Africa Occidentale del 4,2%, mentre i cittadini dell’Asia Centro Meridionale sono diminuiti del 2% e quelli dell’Africa Orientale del 6,1%.

Approfondendo ulteriormente l’analisi, e passando dalle aree geografiche ai singoli Paesi di provenienza, emerge che a Palermo vivono due consistenti comunità straniere, che da sole assorbono oltre un terzo del totale degli stranieri: i bengalesi (cittadini del Bangladesh) e i singalesi (cittadini dello Sri Lanka).

I primi al 31 dicembre erano 5.403, pari al 20,2% di tutti gli stranieri residenti a Palermo, anche se in diminuzione del 3,4% rispetto al 2015.

I singalesi al 31 dicembre 2016 erano 3.849, pari al 14,4% di tutti gli stranieri residenti a Palermo, e sostanzialmente stazionari rispetto al 2015 (-0,1%).

Seguono, quindi, i rumeni, con 3.181 residenti (11,9% del totale degli stranieri), i ghanesi, con 2.846 residenti (10,6%), i filippini, con 1.788 residenti (6,7%), i marocchini, con 1.292 residenti (4,8%), i tunisini, con 1.166 residenti (4,4%), i cinesi, con 1.145 residenti (4,3%), i mauriziani, con 972 residenti (3,6%), e via via tutti gli altri Paesi, per un totale di 126 diverse cittadinanze.

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Grafico 3.10: Stranieri per Paese di provenienza

L’incremento del numero di stranieri registrato nel 2016 (come già ricordato +79 unità) è stato determinato principalmente dall’aumento dei cittadini rumeni (+118 unità), dei cittadini nigeriani (+49 unità) e dei cittadini del Gambia (+43 unità).

Le diminuzioni più consistenti si sono invece registrate fra i bengalesi (-192 unità) e i mauriziani (-63 unità).

Merita di essere sottolineato l’andamento degli stranieri di nazionalità rumena: nel 2006 erano appena 214; nel 2007, anno di ingresso della Romania nell’Unione Europea, sono balzati a 971, con un incremento di 757 unità, pari a +353,7%; nel 2008 sono ulteriormente cresciuti, arrivando a 1.908, con un incremento di 937 unità, pari a +96,5%, nel 2009 hanno superato quota 2 mila, arrivando a 2.245, con un incremento del 17,7%, nel 2012 hanno superato quota 3 mila, attestandosi a 3.224 unità (+10,6%), e infine nel 2013 hanno raggiunto quota 3.381. Nel 2014, a seguito delle operazioni di revisione anagrafica, si sono attestati a 2.933 residenti e nel 2015 hanno superato nuovamente quota 3 mila, confermandosi come il terzo gruppo di cittadini stranieri dopo Bangladesh e Sri Lanka.

Da segnalare anche gli incrementi fatti registrare in pochi anni dai cittadini del Ghana, passati da 1.081 unità del 2008 a 2.846 del 2016 (+163,3%), e dai cittadini del Bangladesh, passati da 3.127 unità del 2008 a 5.403 unità del 2016 (+72,8%). O ancora, dai cittadini nigeriani, passati dal 2008 al 2016 da 173 a 485 unità (+180,3%), e dai cittadini del Gambia, passati nello stesso periodo da 2 a 112 (+5.500%).

I matrimoni

A Palermo nel 2016 sono stati celebrati 3.054 matrimoni, 18 in più rispetto al 2015 (+0,6%).

Si conferma quindi, anche se attenuata, l’inversione di tendenza registrata nel 2015, quando, dopo sette anni consecutivi di diminuzioni, si era registrato un incremento dei matrimoni del 3,3%.

Rispetto al 2006 il numero dei matrimoni è invece in forte diminuzione: -844 unità, pari a -19,8%.

Approfondendo l’analisi per rito, si rileva che nel 2016 i matrimoni civili sono aumentati dell’1,5% rispetto al 2015 e del 10,2% rispetto al 2006, mentre i matrimoni religiosi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al 2015 (+0,1%), ma sono diminuiti del 29% rispetto al 2006.

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Grafico 3.11 Matrimoni per rito dal 2006 al 2016

Nei dieci anni in esame, la quota di matrimoni civili sul totale è passata dal 23,4% del 2006 al 32,2% del 2016.

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 Grafico 3.12 Matrimoni per rito dal 2006 al 2016

Nel 2016 i mesi in cui si sono celebrati più matrimoni sono stati quelli estivi: da giugno a settembre si sono celebrati 2.030 matrimoni, pari al 66,5% del totale. I mesi con il minor numero di celebrazioni sono stati invece i primi tre mesi dell’anno e il mese di novembre. La stagionalità è molto più evidente nei matrimoni con rito religioso: 1.562 matrimoni religiosi, pari al 75,4% (ovvero tre matrimoni su quattro) sono stati celebrati nei mesi estivi, mentre soltanto 27, pari all’1,3%, nei primi tre mesi dell’anno.

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 Grafico 3.13 Matrimoni per rito e mese

Con riferimento ai giorni della settimana, il venerdì (18,9% del totale) e – soprattutto – il sabato (28,9% del totale) sono le giornate in cui nel 2016 si è celebrato il maggior numero di matrimoni.

Anche in questo caso il fenomeno è più accentuato per i matrimoni religiosi (18,2% il venerdì e 35,2% il sabato), mentre per i matrimoni civili il giorno che ha visto il maggior numero di celebrazioni è il venerdì (20,5% del totale), seguito dal mercoledì (18,6%).

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Grafico 3.14 Matrimoni per rito e giorno della settimana

L’età media al matrimonio è pari a 31 anni e 7 mesi per le donne e 34 anni e 6 mesi anni per gli uomini. Per le donne, la classe di età al matrimonio con la maggiore frequenza è “25-29 anni”, mentre per gli uomini è “30-34 anni”.

La distribuzione dei matrimoni per l’età degli sposi evidenzia – più in generale – che, mediamente, le donne si sposano prima degli uomini (graf. 3.15).

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 Grafico 3.15 Matrimoni per età degli sposi

Il titolo di studio prevalente per gli sposi di entrambi i sessi è la licenza di scuola media superiore, seguito dalla licenza di scuola media inferiore (graf. 3.16).

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Grafico 3.16 Matrimoni per titolo di studio degli sposi


[1] Il 1° luglio 2013 la Croazia è diventata il 28° Stato membro dell'UE

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