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Periodo di riferimento 2016
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Capitolo 9 - Giustizia

I delitti denunciati

A Palermo, nel 2016, sono stati denunciati complessivamente dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria 31.507 delitti, valore in sensibile diminuzione rispetto al 2015, quando i delitti denunciati erano stati 34.725 (-9,3%).

La diminuzione del 2016 conferma la tendenza registrata già lo scorso anno, quando - dopo anni di continui aumenti – il numero dei delitti denunciati era diminuito del 9,1%. Rispetto al 2011, quando vi erano state in totale 34.908 denunce, si rileva una diminuzione del 9,7%.

Il tasso di delittuosità totale[1], che nel 2011 era pari a 5.329,5 delitti ogni 100 mila abitanti, dopo aver raggiunto nel 2013 il livello di 5.760,1, nel 2015 è sceso a 5.133,3 e nel 2016 a 4.674 delitti ogni 100 mila abitanti.

Limitando l’analisi ai delitti che determinano maggiore allarme sociale, nel 2016 si è registrata una drastica diminuzione degli omicidi volontari, passati da 7 a 4 (-42,9%). Nell’arco temporale considerato (2011-2016), il numero di omicidi volontari è andato da un minimo di 4, registrato nel 2012 e nel 2016, ad un massimo di 10, registrato nel 2013. Rispetto al 2011, si è registrato un dimezzamento degli omicidi volontari.

Sono invece aumentati i tentati omicidi, passati da 15 a 22 (+46,7%). Negli ultimi cinque anni il numero più basso si è registrato nel 2012 e nel 2014 (13 tentati omicidi), mentre il numero più elevato è proprio quello registrato nel 2016 (22 tentati omicidi).

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Grafico 9.1: Tasso di delittuosità totale per omicidi volontari consumati e tentati omicidi – confronto con le grandi città italiane

Con riferimento agli omicidi volontari consumati, il tasso di delittuosità di Palermo è pari a 0,6 delitti ogni 100 mila abitanti. Nel confronto con i grandi Comuni italiani, Palermo si colloca al terzo posto, dietro a Venezia (0,4) e a Catania, che con 0,3 omicidi volontari ogni 100 mila abitanti è la città con il tasso più basso. Le città con il tasso più elevato sono Napoli (3,7 omicidi volontari ogni 100 mila abitanti) e Bari (1,8).

Con riferimento ai tentati omicidi, i tassi più elevati si registrano ancora a Napoli (5,8 tentati omicidi ogni 100 mila abitanti), seguita da Catania (5,1) e Bari (4,0). Palermo, con 3,3 tentati omicidi ogni 100 mila abitanti, è nella parte centrale della graduatoria. Le città con il tasso più basso sono Genova (1,5) e Verona (1,6) (cfr. graf. 9.1).

I furti nel 2016 hanno confermato la tendenza al un forte rallentamento già registrata lo scorso anno: rispetto al 2015 sono diminuiti dell’11,7%, passando da 21.188 a 18.719. Rispetto al 2011, quando i furti erano stati 20.811. il dato del 2016 è più basso del 10,1%.

I furti con strappo (ovvero gli scippi) sono passati da 613 nel 2011 a 651 nel 2012, fino a 895 nel 2014, mentre nel 2015 sono drasticamente scesi a 515 e nel 2016 a 428, con una diminuzione del 16,9% rispetto all’anno precedente e del 30,2% rispetto al 2011.

I furti con destrezza (ovvero i borseggi) sono passati da 1.244 nel 2011 a 1.409 nel 2012, fino a 1.806 nel 2014. Dopo un leggero rallentamento registrato nel 2015, nel 2016 sono nuovamente aumentati, attestandosi a 1.955, facendo registrare un incremento del 12,6% rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2011 il dato del 2016 è più elevato del 57,2%.

Nel confronto con le altre grandi Città, Palermo, con 63,5 furti con strappo e 290 furti con destrezza ogni 100 mila abitanti, è la quinta città per il tasso relativo agli scippi, e addirittura la seconda città con il più basso tasso relativo ai borseggi, anche se – per questi specifici delitti, spesso di modesta entità – si deve tener conto della differente propensione a denunciare i delitti nei diversi contesti geografici (cfr. graf. 9.2).

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Grafico 9.2: Tasso di delittuosità totale per furti con strappo e furti con destrezza – confronto con le grandi città italiane

I furti in abitazioni, dopo la preoccupante impennata registrata nel 2012 e nel 2013, a partire dal 2014 hanno fatto registrare una sensibile diminuzione: nel 2011 erano 1.101, sono passati nel 2012 a 1.632 e nel 2013 a 1.719, mentre nel 2014 sono scesi a 1.440, nel 2015 sono stati 1.444 e nel 2016 1.061, con una diminuzione del 26,5% rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2011 i furti in abitazioni sono diminuiti del 3,6%.

Nel confronto con i grandi comuni italiani il fenomeno ha fortunatamente dimensioni ancora contenute: nel 2016 si sono registrati 157,4 furti ogni 100 mila abitanti, secondo miglior valore dopo Napoli (102,6), mentre, per esempio, a Milano si sono registrati 604,7 furti in abitazioni ogni 100 mila abitanti, a Bologna 580,9, a Venezia 547,2 (cfr. graf 9.3).

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Grafico 9.3: Tasso di delittuosità totale per furti in abitazioni – confronto con le grandi città italiane 

Fra i furti di mezzi di trasporto è proseguita anche nel 2016 la diminuzione dei furti dei ciclomotori, già registrata a partire dal 2011: nel 2011 erano 1.226, 868 nel 2014, e nel 2016 si sono fermati a 722 (-6,5% rispetto al 2015 e -41,1% rispetto al 2011).

Sono invece leggermente cresciuti nell’ultimo anno i furti di motocicli: erano 2.407 nel 2011, 1.936 nel 2014, e nel 2016 si sono fermati a 1.718 (+2,8% rispetto al 2015 ma -28,6% rispetto al 2011).

Un leggero incremento si è registrato anche nel numero di furti di autovetture, dopo che nel 2015, dopo anni di continua crescita, erano diminuiti del 21,4%. Nel 2016 si sono registrati 3.621 furti, il 2,3% in più rispetto al 2015 e il 2,5% in più rispetto al 2011.

Nel confronto con i grandi Comuni, la città di Palermo, con riferimento ai furti di mezzi di trasporto, è fra le città con i tassi di delittuosità più elevati: con riferimento ai ciclomotori, con 107,1 furti ogni 100 mila abitanti, si posiziona al secondo posto, dietro a Napoli; con riferimento ai motocicli, con 254,9 furti ogni 100 mila abitanti, si posiziona al terzo posto, dietro a Napoli e Catania; con riferimento alle autovetture, con 537,2 furti ogni 100 mila abitanti, si posiziona al quarto posto, dietro a Catania, Bari e Napoli.

Nel confronto con i grandi Comuni si rileva anche la scarsa rilevanza del fenomeno nelle città venete (Verona e Venezia, quest’ultima grazie soprattutto alla ridotta diffusione di auto e moto), e il valore particolarmente elevato del tasso relativo ai furti di autovetture che si registra a Catania: 970,1 furti ogni 100 mila abitanti, contro i 714,2 furti della seconda città, Bari (cfr. graf. 9.4).

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Grafico 9.4: Tasso di delittuosità totale per furti di motocicli e furti di autovetture – confronto con le grandi città italiane

Le rapine in complesso, dopo il sensibile incremento fatto registrare nel 2012, quando hanno raggiunto quota 1.663, a partire dal 2013 hanno iniziato a seguire un trend decrescente, che le ha portato nel 2015 sotto quota 1.000. Nel 2016 si sono registrate infatti 984 rapine, il 5,1% in meno rispetto alle 1.037 rapine del 2015. Rispetto al 2011, quando si erano registrate 1.371 rapine, si registra un decremento del 28,2%.

Le rapine in abitazione, che già nel 2015 erano fortemente diminuite, hanno fatto registrare un sensibile decremento anche nel 2016, passando da 54 a 40 (-25,9%). Rispetto al 2011, quando si erano registrate 119 rapine in abitazione, la diminuzione è di quasi i due terzi (-66,4%).

Le rapine in banca sono invece cresciute del 27,3% rispetto al 2015 (da 11 a 14) anche se sono diminuite del 22,2% rispetto al 2011 (quando erano state 18). Sono cresciute anche le rapine negli uffici postali, che nel 2014 avevano raggiunto un livello molto basso (5 soltanto). Nel 2016 si sono registrate 15 rapine, con un incremento del 66,7% rispetto al 2015, ma con una diminuzione del 6,3% rispetto al 2011.

Anche nel 2016, come già dal 2014, sono sensibilmente diminuite le rapine nei confronti di cittadini in pubblica via, passate da 727 nel 2011 fino a un massimo di 854 nel 2013, salvo poi flettere a 670 nel 2014 e a 549 nel 2015. Nel 2016 si sono registrate 509 rapine, il 7,3% in meno rispetto al 2015 e il 30% in meno rispetto al 2011.

Sono diminuite anche le rapine in esercizi commerciali: nel 2016 si sono registrate 204 rapine, il 12,8% in meno rispetto al 2015 e il 16,4% in meno rispetto al 2011.

Nel confronto con i grandi Comuni, la Città di Palermo fa registrare il tasso di rapine in abitazione Nonostante il sensibile calo registrato a Palermo nel 2016, nel confronto con i grandi Comuni il capoluogo siciliano fa registrare un tasso di rapine in abitazione ancora piuttosto elevato: 5,9 rapine ogni 100 mila abitanti, valore che pone il capoluogo siciliano al sesto posto fra le città con il tasso più alto, dietro a Milano (10,0), Torino (8,3), Firenze (8,1), Bologna (8,0) e Catania (6,1). La città con il tasso più basso è Verona, con 1,2 rapine in abitazione ogni 100 mila abitanti, seguita da Napoli (3,0).

Con riferimento alle rapine in banca, nel 2016 a Palermo si sono registrate 2,1 rapine ogni 100 mila abitanti, valore che pone la città al quarto posto fra i grandi comuni con il tasso più alto, dietro a Milano (3,0), Venezia (2,3) e Napoli (2,3). In coda alla classifica troviamo Bari (0,6).

Con riferimento alle rapine negli uffici postali, Palermo, con 2,2 rapine ogni 100 mila abitanti, è la seconda città con il tasso più elevato, dietro a Bologna (3,4). A Genova, Verona e Venezia nel 2016 non si è registrata nessuna rapina negli uffici postali.

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Grafico 9.5: Tasso di delittuosità totale per rapine in esercizi commerciali – confronto con le grandi città italiane

Nel confronto con i grandi Comuni, si rileva il tasso delle rapine in pubblica via particolarmente elevato di Napoli (257,8 rapine ogni 100 mila abitanti), sensibilmente più elevato di tutti gli altri Comuni: la seconda città, infatti, è Milano, con un valore del tasso sensibilmente più basso, 131,8. Palermo, con 75,5 rapine in pubblica via ogni 100 mila abitanti, occupa il sesto posto fra i grandi comuni con il tasso più alto. La classifica è chiusa da Verona, con 36 rapine ogni 100 mila abitanti.

Con riferimento, infine, alle rapine presso esercizi commerciali, a Palermo si sono registrate nel 2016 30,3 rapine ogni 100 mila abitanti, valore che pone Palermo al secondo posto della classifica del rischio, dopo Bari (34,4 rapine ogni 100 mila abitanti). La classifica è chiusa da Napoli, dove il tasso si ferma ad appena 11,2 rapine ogni 100 mila abitanti (cfr. graf. 9.5).

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Grafico 9.6: Tasso di delittuosità totale per rapine in pubblica via – confronto con le grandi città italiane

Relativamente alle rapine in pubblica via, si rileva il tasso particolarmente elevato di Napoli (223,3 rapine ogni 100 mila abitanti), sensibilmente più elevato di tutti gli altri Comuni: la seconda città, infatti, è Milano, con un valore del tasso sensibilmente più basso, 155,7,9. Palermo, con 98,7 rapine in pubblica via ogni 100 mila abitanti, occupa il sesto posto fra i grandi Comuni. La classifica è chiusa da Verona, con 38,1 rapine ogni 100 mila abitanti (cfr. graf. 9.6).


[1] numero di delitti per 100.000 abitanti

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