Bilancio Sociale 2016: Cenni storici
- 1 - Cenni storici
- 2 - La Mission
- 3 - Il territorio e la popolazione
- 4 - La statistica
- 5 - Gli Organi Istituzionali
- 6 - L'assetto organizzativo del Comune
- 7 - Le Societa' partecipate
- 8 - Le Risorse Umane
- 9 - I tributi
- 10 - Il Bilancio Finanziario 2016
- 11 - Le Risorse Immobiliari
- 12 - Palermo Capitale del Mediterraneo
1 - Cenni storici
Palermo, città accogliente da sempre….
La storia del Comune di Palermo risale al 1463 quando, su iniziativa del Pretore Pietro Speciale, venne ampliata la sede dell’organo giudiziario, il Pretorium, nell’allora planum Sancti Cataldi (oggi Piazza Bellini) con la costruzione di una nuova “cammera”, per trattare le attività politiche e amministrative della municipalità.
Da allora la storia del Comune di Palermo si identifica con la storia del Palazzo Pretorio.
La nascita del Comune coincide con le prime istituzioni comunali che vengono create e regolamentate dai “Capitula iuratorum” emanate nel 1309 da re Federico III; dette norme, integrate con altre del 1330, costituiscono, quindi, il primo ordinamento degli enti locali “ante litteram”.
Le prime istituzioni comunali erano rappresentate da un Civico Consiglio, una Giurazia (organo collegiale per gli affari amministrativi) e la Corte Pretoriana (organo giudiziario). La Corte, insieme ai Giurati, amministrava la città sotto la presidenza di un Pretore; il Comune era suddiviso in cinque quartieri (Cassaro, Seralcadio, Albergaria, Kalsa e Porta Patitelli) con poteri di ordinaria amministrazione.
Nel 1329 l’Universitas faceva trascrivere su pergamena dal maestro Pietro Clericole le consuetudini della città (già in cartis de papiro logore per l’uso), per una più agevole consultazione non solo da parte dei giudici e degli avvocati, ma anche dei semplici cittadini e che, unitamente ad altri privilegi reali e papali ed al sigillo del Comune, venivano conservate in un’apposita cassetta chiusa rigorosamente con tre chiavi.
Dalla seconda metà del 1500, in Sicilia si sviluppò un fenomeno di colonizzazione che diede vita a numerosi comuni feudali di nuova fondazione (vassallaggi) attraverso il meccanismo della concessione delle licenzia populandi che consentivano alla classe baronale, non solo di ottenere dal feudo un maggiore ritorno economico, ma anche di recuperare un proprio ruolo e, quindi, un proprio prestigio politico, non disdegnando di occupare persino le più importanti cariche delle magistrature municipali.
Sul piano politico, il Comune di Palermo acquistava più illustri titoli e maggiori onoranze, ed ottenendo privilegi e franchigie, quel gusto dell’ostentazione che era tipico della classe egemone del cinquecento, divenne proprio anche dei vertici del potere locale, al punto da voler fare del Palazzo comunale il Campidoglio palermitano, essendo il Senato romano il vero modello da imitare.
La carica di Pretore e dei Senatori si affermò intorno al 1700, e fu sempre più conferita a membri della nobiltà ed a personaggi dell’alta aristocrazia della ricca borghesia terriera o imprenditoriale, ai quali venivano riservati i più importanti uffici comunali (Sindaco o Procuratore della città, Mastro Notaro, Archivario ecc.) prendendo così il nome di “ufficiali nobili”. Il Pretore e i Senatori, oltre ad amministrare la città, partecipavano attivamente all’esercizio del potere politico e giudiziario e avevano cura della sicurezza interna ed esterna della città e del circondario.
Con l’Unità d’Italia, nel 1860, venne introdotta in Sicilia la legge comunale e provinciale del Regno d’Italia, in seguito alla quale gli organi municipali di Palermo perdettero gli ampollosi titoli di Pretore e Senato per denominarsi, rispettivamente, Sindaco e Giunta ed i membri di questa Assessori, mentre l’antico Civico Consiglio prese il nome di Consiglio Comunale, eletto direttamente dal popolo.
Conseguentemente, il Palazzo non si denominò più Senatorio, ma genericamente Palazzo di Città o Comunale, e ciò quando Damiani Almeyda, nel corso dei suoi restauri, nel 1875, diede alla sede municipale il nuovo appellativo di Palazzo delle Aquile, per l’uso che fece dell’aquila (simbolo di nobiltà, di acume, di primato, di solerzia), quale elemento di decoro dell’edificio e quale stemma della città che già vigeva fin dalla costruzione del Palazzo.
Il primo Sindaco della Città di Palermo fu Salesio Balsano; eletto nel luglio 1861, restò in carica fino al mese di novembre 1862.
Fino ad oggi si sono succeduti 97 Sindaci e Commissari.
Tra questi si ricordano:
Emanuele Notarbartolo, sindaco dal 28 settembre 1873 al 30 settembre 1876. Ucciso il 1 febbraio 1893, è considerato la prima vittima eccellente di Cosa Nostra in Italia.
Giuseppe Insalaco, sindaco dal 13 aprile 1984 al 6 agosto 1984, dimissionario, fu ucciso dalla mafia il 12 gennaio 1988.
5 - Family Audit e Welfare Aziendale
L' Amministrazione Comunale promuove, dal 2013, politiche conciliative e di benessere rivolte ai dipendenti comunali ed ai loro familiari, allo scopo di provare ad innescare un cambiamento vero, reale, concreto, che offrendo servizi aderenti ai bisogni dei cittadini, ne solleciti, al contempo, i sogni.
Fà riflettere, in questo senso, come la parola bisogno sia composta e si fonda con la parola sogno……
Si tratta di un progetto ambizioso: far divenire la Macchina Comunale il motore di un sistema immateriale di cultura, competenza e valori, partendo dall’assunto che non può esserci innovazione tecnologica ed organizzativa, se non attraverso lo sviluppo completo delle persone che nell’organizzazione lavorano.
Le good practices innovative sperimentate in questi anni, hanno dimostrato che un cambiamento concreto è possibile; possibile realizzarle partendo dalle persone, in un'ottica di people care in una visione ed in una accezione di Comunità.
Le persone sono al di sopra di qualsiasi misurazione.
Per ottenere servizi di qualità e perché essi siano garantiti alla cittadinanza, occorre partire da sentimenti di partecipazione, senso d’identità e di appartenenza all’organizzazione, dal fornire strumenti di motivazione etica e creativa del dipendente. Ciò può essere garantito migliorando le loro condizioni di vita, introducendo misure di conciliazione tra i carichi di cura personali e familiari e quelli lavorativi .
Aderendo al protocollo internazionale del Family Audit, presentato la scorsa primavera all’ONU (la Città di Palermo è tra le 52 organizzazioni a detenere il marchio), si è realizzato un Piano di azioni che ha fatto proprio lo spirito più intrinseco delle politiche a favore della famiglia che, soprattutto in relazione alla grave recessione economica, vede abbassarsi quotidianamente il potere d’acquisto.
Da qui la realizzazione di un ambulatorio gratuito per i dipendenti ed i loro familiari. Le campagne di prevenzione totalmente gratuite con medici specialisti, quali le visite dermatologiche e chirurgiche, otorine, oculistiche di diabetologia e visite con il nutrizionista; nonché la realizzazione dell’attività di inserimento lavorativo per soggetti con disabilità, nella fattispecie ragazzi e ragazze con Sindrome di Down, uno sportello di ascolto dei dipendenti e dei propri familiari per gli sbocchi occupazionali che comporta ricerca e selezione di opportunità lavorative, consulenza per compilazione curriculum. In realtà, è attivo già dal 2015 lo sportello di consulenza sociale che, tra le varie finalità, ha quella dell’ascolto e della presa in carico di situazioni problematiche vissute dal dipendente o qualche suo familiare. Tale consulenza è erogata ogni giorno, con una tipologia di ricevimento quotidiano dal Lunedì al Venerdì, sia di mattino che in fascia pomeridiana. L’assistente sociale riceve i colleghi che abbiano l’esigenza di un incontro, anche in merito a situazioni problematiche in relazione alla conciliazione Vita -Lavoro, genitori anziani a carico, disabilità ma anche disagio economico di loro congiunti.
Ed è con la rete Città Sane Oms, altro protocollo internazionale a cui la Città di Palermo aderisce da anni, che nel 2016 tali attività di prevenzione sono diventate buona pratica in accezione sempre di più ampio respiro, un vero modello innovativo anche per le altre città nazionali ed estere aderenti alla Rete.
Cosi un progetto di educazione ad una alimentazione sana e consapevole, “Mangio Bio, Mangio Sano”, che l’Amministrazione Comunale sta avviando, è considerato veramente innovativo e di contrasto ai fattori di rischio e di incidenza e causa di patologie gravi come quelle tumorali o neurodegenerative, laddove dagli ultimi dati scientifici emerge chiarissima e documentata la relazione tra i tumori gastrointestinali e l’aumento di malattie neurologiche invalidanti come Alzheimer, Parkinson e Sla.
Ma l’obiettivo è anche quello legato alla diffusione e ad una nuova consapevolezza del consumo di cibo, soprattutto di produzione locale, guardando alla valorizzazione delle colture tipiche del territorio e che risponda cosi anche ad un sostegno dell’economia locale ed in particolare dei produttori biologici.
La Città di Palermo, dall’Agosto 2016, fa parte del cd Patto di Milano, o meglio dell’ URBAN FOOD POLICY PACT, accordo siglato in occasione dell’EXPO da 113 Città, per un totale di 130 milioni di abitanti e sostenuto dall’ONU.
Tale patto promuove politiche alimentari di contrasto alla povertà e alla fame, politiche che trovano la loro realizzazione ovviamente attraverso l’adozione di misure che permettano di produrre cibo nutriente, sano, sostenibile e sufficiente per tutti. In tale ottica, molto apprezzate le iniziative relative al progetto di educazione all’alimentazione ma anche la distribuzione di generi alimentari di prima necessità a persone disagiate di cui si fanno promotori alcuni dipendenti comunali costituitisi in gruppo di volontariato, coordinati dalla responsabile della U.O.
Va sottolineato che ormai, di frequente, tali generi sono distribuiti, nel rispetto della privacy, ad alcuni lavoratori in difficoltà economica o loro congiunti, a causa della crisi economica senza precedenti che colpisce anche i dipendenti pubblici. In collaborazione con la Croce Rossa, sono stati erogati, non solo ai cittadini, ma anche ai figli già con prole di diversi colleghi in possesso dei requisiti richiesti, (disoccupati o con un Isee sotto i tremila euro), buoni scolastici per acquisto di articoli di cartoleria.
In conclusione, vanno ricordate anche le politiche di contrasto, in materia di discriminazione per orientamento sessuale e di genere, attuate dall'Amministrazione attraverso un’altra rete nazionale denominata READY, che ha visto negli anni 2015/ 2016, il coordinamento e la realizzazione di formazione alle figure apicali delle Forze dell’Ordine provenienti da tutta la penisola.
Infine, Palermo è la prima città in Italia ad offrire ai dipendenti della propria Amministrazione, ai loro familiari oltre che ai cittadini, attività di tipo culturale ed artistico di aggregazione che hanno l’obiettivo di trasformare i luoghi di lavoro anche in spazio dove realizzare altri segmenti della propria vita - quei bisogni ma anche sogni di cui si parlava all'inizio - ma anche di valorizzare il Diversity management, rafforzare il senso d’identità e appartenenza di lavoratori che trovano nello spazio lavorativo anche forma di aggregazione e di sostegno amicale che ne solleciti poi, durante le ore lavorative, il prediligere il lavoro di gruppo, lo spirito di squadra, in sintesi anche la produttività.
Così, già da un anno sono attivi corsi gratuiti di apprendimento di strumenti musicali come chitarra, violino, violoncello, pianoforte, canto lirico corale, conto delle voci bianche, laboratorio di canto d’autore; corsi di educazione motoria, come ginnastica posturale e training autogeno, con il fine di contrastare la sedentarietà e patologie che ne derivano come diabete, obesità, malattie osteoarticolari; corso di arte Flamenca e corso di meditazione Pranic Healing.
E’ utile sottolineare, ancora una volta, l’ accesso gratuito dei corsi ma anche la qualità alta dell’offerta, poiché ad erogarli sono musicisti professionisti tra cui Professori d’Orchestra e docenti di Conservatorio, cantanti professionisti, oltre che stimati e riconosciuti artisti che sono anche dipendenti comunali. I corsi e tutte le attività sono erogate quindi in regime di volontariato ed estese anche alle cittadine ed i cittadini che vogliono usufruirne.
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