Bilancio Sociale 2020: Cenni storici

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Palermo, città accogliente da sempre….

Premessa

La storia del Comune di Palermo risale al 1463 quando, su iniziativa del Pretore Pietro Speciale, venne ampliata la sede dell’organo giudiziario, il Pretorium, nell’allora planum Sancti Cataldi (oggi Piazza Bellini) con la costruzione di una nuova “cammera”, per trattare le attività politiche e amministrative della municipalità.

Da allora la storia del Comune di Palermo si identifica con la storia del Palazzo Pretorio.

La nascita del Comune coincide con le prime istituzioni comunali che vengono create e regolamentate dai “Capitula iuratorum” emanate nel 1309 da re Federico III; dette norme, integrate con altre del 1330, costituiscono, quindi, il primo ordinamento degli enti locali “ante litteram”.

Le prime istituzioni comunali erano rappresentate da un Civico Consiglio, una Giurazia (organo collegiale per gli affari amministrativi) e la Corte Pretoriana (organo giudiziario). La Corte, insieme ai Giurati, amministrava la città sotto la presidenza di un Pretore; il Comune era suddiviso in cinque quartieri (Cassaro, Seralcadio, Albergaria, Kalsa e Porta Patitelli) con poteri di ordinaria amministrazione.

Nel 1329 l’Universitas faceva trascrivere su pergamena dal maestro Pietro Clericole le consuetudini della città (già in cartis de papiro logore per l’uso), per una più agevole consultazione non solo da parte dei giudici e degli avvocati, ma anche dei semplici cittadini e che, unitamente ad altri privilegi reali e papali ed al sigillo del Comune, venivano conservate in un’apposita cassetta chiusa rigorosamente con tre chiavi.

Dalla seconda metà del 1500, in Sicilia si sviluppò un fenomeno di colonizzazione che diede vita a numerosi comuni feudali di nuova fondazione (vassallaggi) attraverso il meccanismo della concessione delle licenzia populandi che consentivano alla classe baronale, non solo di ottenere dal feudo un maggiore ritorno economico, ma anche di recuperare un proprio ruolo e, quindi, un proprio prestigio politico, non disdegnando di occupare persino le più importanti cariche delle magistrature municipali.

Sul piano politico, il Comune di Palermo acquistava più illustri titoli e maggiori onoranze, ed ottenendo privilegi e franchigie, quel gusto dell’ostentazione che era tipico della classe egemone del cinquecento, divenne proprio anche dei vertici del potere locale, al punto da voler fare del Palazzo comunale il Campidoglio palermitano, essendo il Senato romano il vero modello da imitare.

La carica di Pretore e dei Senatori si affermò intorno al 1700, e fu sempre più conferita a membri della nobiltà ed a personaggi dell’alta aristocrazia della ricca borghesia terriera o imprenditoriale, ai quali venivano riservati i più importanti uffici comunali (Sindaco o Procuratore della città, Mastro Notaro, Archivario ecc.) prendendo così il nome di “ufficiali nobili”. Il Pretore e i Senatori, oltre ad amministrare la città, partecipavano attivamente all’esercizio del potere politico e giudiziario e avevano cura della sicurezza interna ed esterna della città e del circondario.

Con l’Unità d’Italia, nel 1860, venne introdotta in Sicilia la legge comunale e provinciale del Regno d’Italia, in seguito alla quale gli organi municipali di Palermo perdettero gli ampollosi titoli di Pretore e Senato per denominarsi, rispettivamente, Sindaco e Giunta ed i membri di questa Assessori, mentre l’antico Civico Consiglio prese il nome di Consiglio Comunale, eletto direttamente dal popolo.

Conseguentemente, il Palazzo non si denominò più Senatorio, ma genericamente Palazzo di Città o Comunale, e ciò quando Damiani Almeyda, nel corso dei suoi restauri, nel 1875, diede alla sede municipale il nuovo appellativo di Palazzo delle Aquile, per l’uso che fece dell’aquila (simbolo di nobiltà, di acume, di primato, di solerzia), quale elemento di decoro dell’edificio e quale stemma della città che già vigeva fin dalla costruzione del Palazzo.

Il primo Sindaco della Città di Palermo fu Salesio Balsano; eletto nel luglio 1861, restò in carica fino al mese di novembre 1862.

Fino ad oggi si sono succeduti 97 Sindaci e Commissari.

Tra questi si ricordano:

Emanuele Notarbartolo, sindaco dal 28 settembre 1873 al 30 settembre 1876. Ucciso il 1 febbraio 1893, è considerato la prima vittima eccellente di Cosa Nostra in Italia.

Giuseppe Insalaco, sindaco dal 13 aprile 1984 al 6 agosto 1984, dimissionario, fu ucciso dalla mafia il 12 gennaio 1988.

L'emblema del Comune di Palermo

Le prime testimonianze dell’uso dell’Aquila ci vengono da alcuni documenti del XV e XVI secolo. L’Aquila, simbolo del Senato palermitano, veniva rappresentata con o senza scudo, inserita in un riquadro o in uno scudo circolare.

Nelle rappresentazioni seicentesche e settecentesche lo scudo è di forma ovale e si arricchisce di elementi decorativi, quali volute, festoni, corone, putti ecc… Il cartiglio spesso manca e il motto della città (Senatus Populusque Panormitanus Urbs Felix et Regni Caput) è rappresentato per esteso sul bordo dell’ovale.

Nell’ottocento troviamo in uso le forme di aquila più diverse e alla fine del secolo l’emblema della città mostra l’aquila inserita in uno scudo di tipo sannitico da cui sporgono due rametti incrociati.

Nel Palazzo municipale sono presenti stemmi di varia forma e di diversi periodi storici.

Nel 1891, in occasione dell’Esposizione Nazionale, lo stemma venne modificato da Damiani Almeyda e rimase in uso sino al 1999, anche se non rispondente alla blasonatura ufficiale per la mancanza del cartiglio.

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Stemma di Damiani Almeyda usato dal 1891 al 1999

Il 30 dicembre 1999, il Sindaco Leoluca Orlando presenta alla città il nuovo stemma emblema del Comune, ridisegnato dallo studio di Paolo Di Vita con la consulenza del professore Rosario La Duca, che è quello fino ad oggi in vigore.

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Il cerchio è la forma generatrice delle parti e del tutto.

Dodici cerchi concentrici tracciano le ali, due archi di circonferenza tangenti e simmetrici rispetto all’asse verticale delimitano lo sviluppo del piumaggio.

Nella definizione degli attributi cromatici sono stati rispettate le prescrizioni della tradizione araldica.

Lo stemma della Città di Palermo, emblema raffigurativo del Comune di Palermo, è costituito da uno scudo con lo sfondo rosso, timbrato dalla corona di città, al centro del quale è presente un'aquila (simbolo della Città) con le ali aperte di colore oro che tiene tra gli artigli la legenda che riporta il motto “S.P.Q.P.”


Fonte: notizie tratte dal volume “Palermo Palazzo delle Aquile. La residenza municipale tra arte e “Storia” di Camillo Filangeri, Pietro Gulotta, Maria Antonietta Spadaro e dal “Manuale Stemma” di P. Di Vita, A. Giancontieri, A. Degregorio, M. Indovina.

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