via Pola
Viva Menilicchi ! Manifesta 12 Palermo
L’intitolazione della strada alla città istriana di Pola risale ai tempi della dittatura fascista.
Nella retorica del nazionalismo italiano, sostenuto e alimentato da Mussolini, Pola è una città italiana per lingua, cultura e posizione geografica. Per questo il suo presunto “ritorno” all’Italia, in seguito alla Prima guerra mondiale e dopo un secolo di governo austro-ungarico, venne celebrato dal fascismo come una “redenzione” dal dominio straniero
In realtà, nel corso della storia, Pola è stata governata da imperi e nazioni molto diversi tra loro, infatti fece parte dei territori romani, poi bizantini, franchi, veneziani, napoleonici, asburgici, italiani, yugoslavi e oggi croati.
CENNI STORICI
Nel 1920, proprio a Pola, Mussolini dichiarò: “bisogna che l'Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre. Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone.”
A partire dal 1923, nella provincia di Pola, il fascismo proibì l’uso di lingue allogene, cioè diverse da quella italiana, nelle scuole, negli uffici, nei tribunali, nei luoghi pubblici e in chiesa. Le insegne croate dei negozi vennero rimosse, i cognomi slavi italianizzati, le organizzazioni culturali “allogene” furono soppresse.
Dopo la sconfitta del Fascismo nella seconda guerra mondiale, Pola divenne parte della Yugoslavia e la maggior parte degli abitanti che parlavano italiano lasciò la città. Il loro esodo fu anche la conseguenza di oltre vent’anni di violenze e soprusi compiuti dagli italiani in quelle terre.
Oggi a Pola/Pula si parlano ufficialmente due lingue: italiano e croato.

