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Di Marzo Gioacchino
(Storiografo, bibliografo e storico dell'arte)

Nato a Palermo il 2 dicembre 1839 e morto il 4 aprile 1916.

Fu cappellano maggiore della Cappella Palatina di Palermo e bibliotecario capo della Biblioteca comunale.

Fu indirizzato al sacerdozio dallo zio, padre Carlo da S. Biagio è ammesso nel 1851 tra i chierici della R. Cappella Palatina.

Studiò nel Collegio Massimo dei Gesuiti ed ebbe come maestri Alessio Narbone e Giuseppe Romano.

Giovanissimo, pubblicò nel 1855 il "Dizionario topografico della Sicilia" di Vito Amico, in cui  rifuse completamente l'opera in un unico ordine alfabetico dal triplice originario e la arricchì di ampie e preziose note.

Assunto per concorso dalla Biblioteca comunale di Palermo, trovò nel materiale in essa contenuto l'opportunità di sviluppare la sua passione per la ricerca erudita, rivolta peculiarmente alla storia dell'arte.

Da qui i quattro volumi dell'opera generale "Delle belle arti in Sicilia dai Normanni alla fine del secolo XVI" e poi i successivi studi sui Gagini, in particolare su Antonello, su Guglielmo Borremans, su Vincenzo di Pavia, su Pietro Ruzzolone, sulla pittura palermitana del Rinascimento e altri ancora.

Di Marzo si rivelò attento storiografo con la pubblicazione di una serie di inediti su manoscritti esistenti nella stessa Biblioteca: dal 1869 al 1886, con il generoso aiuto dell'editore Luigi Pedone Lauriel, consegnò agli storici diciannove volumi di "Diarii della Comune di Palermo", tra cui quelli importanti di Vincenzo Auria, di Antonino Mongitore e del Marchese di Villabianca; sette volumi di "Opere storiche inedite sulla Comune di Palermo" (tra gli autori, V. Di Giovanni e G.F.Omodei) e due volumi di "Drammatiche rappresentazioni in Sicilia", tra cui anche "La Palermitana" di Teofilo Folengo.

Opera altamente meritoria dell'erudito, da lui intitolata " Biblioteca storica e letteraria di Sicilia" e arricchì a da dotte sue prefazioni e preziose note.               

Non va taciuta la sua intelligente e competente attivita' di bibliotecario, che si espresse nell'ordinamento del materiale più pregiato esistente nella Biblioteca comunale, con la raccolta di edizioni siciliane, ma soprattutto nella descrizione dei numerosissimi manoscritti, che, redatti dapprima in  schede, furono poi pubblicati nei volumi dei "Manoscritti della Biblioteca comunale di Palermo indicati e descritti".

Di Marzo tenne corrispondenza con molti letterati del suo tempo, conservando attentamente i preziosi carteggi, che si trovano conservati presso la stessa Biblioteca comunale: tra gli altri citiamo le lettere di Michele Amari, Simone Corleo, Agostino Gallo, Isidoro La Lumia, Carmelo Pardi, Nicolò Tommaseo, Terenzio Mariani e Francesco Crispi.

Nel 1869 fondò la "Rivista sicula", alla quale collaborarono i più bei nomi della cultura siciliana del tempo e fu tra i fondatori della Società siciliana per la storia patria nel 1873.

E' sepolto nel Pantheon di S. Domenico a Palermo e ricordato con un monumento marmoreo.

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