Consulta l'archivio biografico
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Nato il 27 giugno 1829 e morto il 25 marzo 1897.
Esercitò la professione di avvocato e contemporaneamente cospirò contro il regime borbonico.
Dall'aprile al maggio del 1860, insieme agli amici Ignazio Federico e Giuseppe Meli, diede alle stampe manifesti rivoluzionari, bollettini e proclami che incitavano il popolo alla rivolta.
Dopo l'unità d'Italia fu un acceso sostenitore di Francesco Crispi.
Lasciò molte pubblicazioni, tra cui ricordiamo: "I camposanti e la cremazione dei cadaveri" del 1867; "L'arbitrio o lo legge?" del 1871; "La sicurezza pubblica nella Comune e circondario di Palermo" del 1872; "Le riforme carcerarie e i bagni".
E' ricordato da una lapide murata nella casa da lui abitata in via Judica a Palermo, all'altezza del numero civico 2.