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Samonà Giuseppe
Samonà Giuseppe
(Architetto)

Nato a Palermo l'otto aprile 1898 e morto nel 1983.

Figlio di Carmelo e di Adele Monroy di Pandolfina, dopo la laurea in Ingegneria civile iniziò la carriera universitaria a Messina; più tardi conseguirà anche la laurea in Filosofia.

Dal 1936 al 1971 è docente presso l'Ateneo di Venezia: prima come professore ordinario di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti e poi di Composizione architettonica. Sebbene sia vissuto fuori dalla Sicilia, tornava spesso nell'isola, dove si trova una parte consistente dei suoi progetti.

Durante la sua permanenza in Sicilia, negli anni '30, prese parte a numerosi concorsi fra i quali quello per la Cattedrale di La Spezia; per il Palazzo di giustizia di Campobasso e per la Palazzata di Messina. Nel dopoguerra progetta e realizza numerosi edifici pubblici e privati, dando un contributo teorico fondamentale alla riflessione sul ruolo e sul mestiere dell'architetto.

Tra le sue realizzazioni si ricordano il Palazzo dell'lna a Treviso e quello per l'lnail a Venezia, il quartiere Incis a Padova ed ancora sono da menzionare il Centro direzionale di Torino, gli edifici della Camera dei deputati, la sede della Banca d'Italia di Padova.

Mentre dei lavori siciliani vanno citati  il villino Scimemi a Mondello, il quartiere sperimentale di Borgo Ulivia, gli uffici Enel e le ville di Falconarossa a Baida; il Centro civico di Gibellina, il teatro e il piano territoriale per la zona alberghiera di Sciacca.

Negli anni '60 progetta alcuni importanti interventi di pianificazione urbanistica come: i piani regolatori di Messina, di Milazzo e di Cefalù i piani urbanistico comprensoriale del Vajont e territoriale di coordinamento della Regione Veneto.

Seguiranno il piano particolareggiato per Montepulciano e gli studi per il piano del centro storico di Sciacca, in cui Samonà verificò e sperimentò le linee teoriche che costituiranno il perno dell'elaborazione del piano programma del centro storico di Palermo, redatto con gli architetti Di Cristina, De Carlo e Scianna Borzè e che costituisce il suo ultimo, grande contributo alla cultura architettonico-urbanistica italiana.

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