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Sanfilippo Ignazio
(Economista)

Nato a Palermo nel 1784 e morto nel 1842.

Studiò economia con Paolo Balsamo presso l'Accademia degli Studi e nel 1815 ottenne la Cattedra di Economia civile e commercio, separata nuovamente da quella di agricoltura, che fu assegnata a Gaspare Russo.

Le due cattedre erano state unificate nel 1807 col nome di Economia rurale e commercio e l'insegnamento assegnato a Paolo Balsamo.

Dapprima si contrappose alle dottrine liberistiche del suo maestro divulgando idee protezionistiche che si rifacevano al pensiero dell'economista lombardo Melchiorre Gioja, che illustrò nelle opere "Istituzioni di economia politica" (1824) e "Sposizione dei principi d'economia politica" (1828).

Nel 1831, pubblicando il "Catechismo di economia politica per istruire le persone di ogni classe", aderì al liberismo economico abbandonando le idee protezionistiche, essendosi reso conto che tale sistema poteva adattarsi ad una società industriale in via di sviluppo e non ad una economia come quella siciliana basata prevalentemente sull'agricoltura, settore nel quale le barriere protettive agivano in modo negativo.

Fu socio di numerose Accademie, tra cui l'Accademia di scienze, lettere e arti, di cui fu direttore dal 1835 al 1838 e dove lesse alcune memorie riguardanti i più importanti problemi dell'economia siciliana: "Effetti del sistema proibitivo" 1833; "Sul cabotaggio fra Napoli e Sicilia" 1834; "Sull'attuale agricoltura di Sicilia" 1839.

Scrisse su "Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia" in merito al danno che segue dal divieto assoluto all'immissione dei grani stranieri, sulla necessità di sminuire i dazi sull'ingresso dei carboni stranieri, sul metodo analitico applicato all'economia politica.

L'ultima sua opera fu "Catechismo di agricoltura per la Sicilia compilato per ordine del Governo"  del 1836.

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