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Paternostro Gullo Elena
(Scrittrice)

Nata a Palermo il 16 dicembre 1911 e morta  il 10 agosto 1958.

La sua famiglia godeva di grande notorietà ed apprezzamento: il padre era il celebre avvocato Paolo, il nonno Alessandro fu un giurista di alto rango ed uomo politico affermato.

Elena visse gli anni della prima giovinezza in un ambiente raffinato, soprattutto culturalmente, che risentiva anche degli avvenimenti che, negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento, avevano fatto di Palermo una delle capitali europee, grazie anche all'impegno economico e culturale dei Florio.

Era naturale che, sotto quegli stimoli la giovane donna volesse affermare la propria personalità

Nel 1930, a diciannove anni, pubblica presso la Casa editrice musicale Alfano una  "Serenata all'amore", di cui è autrice delle parole e della musica.

Nello stesso anno sposa il giovane e  brillante avvocato Rocco Gullo, dal quale avrà due figli.

Le cure della famiglia non la distolgono dall'impegno culturale e nel 1933 pubblica la silloge di poesie "Ore di solitudine" (G. Mortilla editore Palermo), alla quale farà seguito una seconda "Cuore di una volta" (Priulla editore Palermo).

Seguirà nel 1940, la raccolta di racconti "Il dolce e l'amaro" (Licinio Cappelli editore Bologna) con una prefazione di Alfredo Baccelli.

Nell'immediato dopoguerra Pierluigi Ingrassia, direttore del quotidiano "L'Ora", fonda la rivista "Novella Settimanale"  ed le affida la rubrica 2Silvia risponde", fra le prime in Italia ad avere rapporto epistolare con i lettori.

La stessa rivista curerà le edizioni di due racconti "Anime in prigione"?e del romanzo "Qualcuno dovrà udirti".

Rocco Gullo, suo marito, sarà il primo sindaco di Palermo dopo l'arrivo degli Alleati in Sicilia, fra il 1944 ed il 1946, ed Elena sarà impegnata in compiti pubblici, ma senza accantonare mai la sua vena di scrittrice.

Negli anni '50 il Piccolo Teatro Comune di Palermo metterà in scena il suo dramma "Scendevo i gradini".

Nel 1957 per merito suo si aprì a Palermo la sezione del Soroptimist International Club, del quale divenne presidente.

Nello stesso anno con il racconto "Siamo soli" vince il Premio letterario intitolato a Federico De Maria, importante personaggio della cultura e della letteratura palermitana.

Dopo di allora la Paternostro continuerà a scrivere con una vena sempre più carica di malinconia, forse premonitrice delle fine prematura.

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