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Patricolo Giuseppe
(Architetto)

Nato a Palermo il 30 ottobre 1833 e morto il 12 febbraio 1905.

A motivo della sua riconosciuta competenza, ancor prima della laurea ottenne l'incarico di architetto della Real Casa borbonica nel 1855.

Annoverato tra gli allievi del Di Bartolo e del "Bureau architettonico", costituito nel 1830 per l'addestramento di giovani licenziati o laureati in architettura, ebbe come maestri anche Carlo Giachery, Giovan Battista Filippo Basile e Francesco Saverio Cavallari. 

Ancora giovanissimo ricevette l'incarico di architetto dei Musici di Santa Cecilia e di architetto edile della Comune di Palermo; fu quindi aggregato alla direzione superiore per la costruzione del nuovo carcere dell'Ucciardone di Palermo.

Nel 1858 realizzò una serie di disegni di corredo all'opera di G.B. Gravina sul Duomo di Monreale, oggi conservati presso il Victoria and Albert Museum di Londra.

Tappe della sua formazione sull'architettura romana, rinascimentale e medievale, furono Roma, Napoli e Pompei.

Rientrato nel 1866 per intraprendere la carriera universitaria, ottenne dall'Università di Palermo l'incarico di insegnare disegno e geometria descrittiva e proiettiva.

In questi anni, tra l'altro, ebbe più volte il compito di sostituire G.B.F. Basile nella cattedra di composizione architettonica.

Dal 1884 rivestì il ruolo di direttore dell'ufficio regionale dei monumenti di Sicilia.

Con la nuova carica curò e illustrò con monografie le antichità classiche della Sicilia, non trascurando di mettere in luce molti monumenti medioevali dell'isola.

Dal 1867 al 1899 venne nominato membro della Commissione di antichità e belle arti, mentre dal 1900 al 1903 divenne presidente del Collegio degli ingegneri, sostituendo  Giovanni Salemi‑Pace.

Tra i suoi lavori si ricordano: la cappella funeraria dei principi di Trabia, dei principi di Butera e quella dei principi Pignatelli nel cimitero di S. Maria di Gesù in Palermo; le stele funerarie per Gaetano Daita e Luigi Mercantini; il monumento a Michele Amari nella chiesa di S. Domenico; la cappella funeraria per i Villa-Riso e Parisi e quella per la sua famiglia nel cimitero dei Rotoli, nella quale a tutt'oggi sono ospitate le sue spoglie ed un calco bronzeo con il suo profilo; il villino Riso a Palermo; il teatro Selinus di Castelvetrano.

E' difficile tracciare un quadro esaustivo della sua attività di restauratore; tra le opere più rilevanti si ricordano gli interni del palazzo Baucina presso porta dei Greci a Palermo, oggi Forcella-De Seta; il salone intestato a Luigi Di Maggio, in puro stile rinascimentale, presso la Società di storia patria di Palermo; i prospetti del convento del SS. Salvatore in via del Protonotaro e delle chiese di S. Maria dell'Ammiraglio, di S. Cataldo alla Martorana, di S. Spirito, della Magione; la chiesa e il chiostro di S. Giovanni degli Eremiti; il chiostro di S. Domenico; la chiesa di San Francesco d'Assisi.

Ancora a Palermo si occupò del Ponte dell'Ammiraglio, del palazzo Chiaramonte, del palazzo Abatellis, del palazzo Sclafani, della Cuba, della torre dei Diavoli alla Guadagna, della cappella dell'Incoronata, della cappella del palazzo di Maredolce e delle chiese di S. Pietro nel palazzo reale (negli anni tra il 1873 e il 1895), di S. Maria della Catena, di S. Antonio Abate, di S. Agostino e di S. Maria Maddalena.

Operò inoltre nella Sicilia orientale e, come restauratore, estese i suoi interessi anche in ambito archeologico; a questo riguardo, restaurò il tempio della Concordia ad Agrigento e rinvenne nel 1889 il santuario di Hera.

Dei suoi scritti, concepiti spesso come vere e proprie monografie a corredo della sua attività professionale, si ricordano: "Relazione su quanto occorra per provvedere ad una bene intesa restaurazione e conservazione del Reale Duomo di Monreale" ; "La chiesa di Santo Spirito presso Palermo"; "Nuovo progetto dei lavori di assicurazione al soffitto monumentale" del XIV secolo della grande sala al primo piano del Palazzo Chiaramonte in Palermo; "Il chiostro di San Domenico in Palermo e le sue adiacenze nei secoli XIV, XV e XVI"; "Tempio detto della Concordia"; "Rapporto del viaggio d'istruzione compiuto dagli allievi Ingegneri della R. scuola d'applicazione di Palermo"; "La chiesa di santa Maria dell'Ammiraglio e le sue adiacenze all'epoca".

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