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Denaro Giuseppe
(Poeta)

Nato a Catania il 23 dicembre del 1886 e morto a Palermo il 5 giugno 1972.

Viene registrato all'anagrafe il 10 gennaio del 1887 per ritardare di un anno, come si usava a quei tempi, il servizio militare.

La sua era una famiglia di veri marinai: il nonno, il padre e tre zii erano infatti proprietari di velieri che preferivano comandare loro stessi piuttosto che affidarli ad estranei.

Per lui il padre sognava una vita lontana dai pericoli cui andava incontro la gente di mare tanto da fargli frequentare il liceo classico presso il Collegio dei Salesiani, ma a 16 anni, rimasto orfano, decide di iscriversi all'Istituto nautico e, sempre giovanissimo, si imbarca come mozzo.

In età adolescenziale inizia a coltivare quella che sarà la grande passione della sua vita: la poesia siciliana.

I suoi primi componimenti furono ispirati dal suo primo amore e dalla madre.

Diplomatosi capitano, per anni navigò e, convertite le navi mercantili in militari, partecipò alla prima guerra mondiale.

Seguitò a navigare anche dopo il matrimonio avvenuto nel 1918, data in cui Peppino Denaro diventa palermitano d'adozione.

Nel 1925 decide di dire addio alla vita di mare per diventare socio e capo marittimo della società di navigazione "La Meridionale".

Nel tempo libero, ma soprattutto nei giorni festivi, si incontrava con alcuni poeti dialettali al bar "Alagna", in via Roma a Palermo ed il cui proprietario era anch'egli un poeta.

Spesso gli incontri avvenivano presso l'edicola di un altro poeta locale, Salvatore Ingrassia, che firmava le sue composizioni con lo pseudonimo "Lu giurnalaru di la Feravecchia".

Fu grazie a loro che conobbe Gaetano Zaffuto, fondatore di un giornaletto dialettale nato alla fine del 1926 che si chiamava il "Po' tu cuntu".

In quegli anni il giornale veniva diretto da Pio Volpes e da Franco Bracciante.

Nel 1928 Giuseppe Denaro prese le redini del suddetto giornale e da collaboratore divenne direttore responsabile, il capo redattore era Giuseppe Ganci Battaglia.

Nel 1952, già sessantacinquenne ed in pensione, Denaro torna a dirigere il suo amato giornaletto che, grazie ai vecchi ma anche nuovi collaboratori, riuscì a conquistarsi un posto di tutto rispetto nel panorama dialettale letterario.

"Turneddu", come a volte si firmava Denaro, dedicò interamente la sua vita e i suoi risparmi al giornale.

Scriveva, selezionava i lavori che arrivavano anche dall'estero; si occupava della stampa presso la tipografia Lo Monaco, della distribuzione o della spedizione.

Muore 2 giorni dopo l'uscita del 3 giugno 1972 del giornale.

Proprio in quel numero, in una poesia Denaro diede l'addio alla vita e al suo giornale con i versi: "Ma se è destino chi prestu murrai, muriremu abbrazzati tutti dui".

Il "Po' tu cuntu" oltre che in Sicilia si diffuse anche all'estero e soprattutto in America, grazie anche alla propaganda effettuata da Salvatore Di Leo che abbonò più di 100 siciliani emigrati.

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