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Maniscalco Salvatore
(Direttore della polizia borbonica in Sicilia)

Morto in esilio a Marsiglia nel 1864.

Di famiglia palermitana, era nato a bordo di un bastimento in rotta da Messina a Palermo.

Figura discussa, godette della fiducia illimitata del suo Governo.

Fu nominato dal luogotenente Filangieri per ricostituire l'ordinamento di polizia gravemente compromesso dalla rivoluzione del 1848.

Esercitò il suo ufficio per undici anni; abilissimo, riorganizzò il corpo di polizia in maniera efficace, creando una rete di contatti che controllava il territorio in maniera capillare.

A lui si fanno risalire molti soprusi; temutissimo e odiato dai liberali era un assolutista rigoroso, convinto che ogni tentativo rivoluzionario dovesse essere represso senza pietà.

Così scrive di lui il De Cesare ne La fine di un regno: "[...] fu l'unico funzionario che fece il suo dovere sino all'ultimo, chiudendosi in Palazzo Reale col generale Lanza, all'ingresso di Garibaldi, e solo uscendone dopo la capitolazione".

Aveva sposato la figlia del procuratore generale Nicastro ed abitava in via Abela, all'angolo con l'attuale via Mariano Stabile.

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