Cos'è
Gli Alberi parlano di noi, chi eravamo e chi siamo diventati e, se li sappiamo ascoltare, possono suggerirci un mondo migliore in cui abitare. La mostra fotografica “Il giardino incantato” di Valerio Marchese, da me curata, è dedicata al ricco e variegato patrimonio arboreo della città di Palermo che comprende un cospicuo numero di alberi monumentali, esemplari talvolta centenari o addirittura millenari, stupefacenti opere d’arte della natura. L’esposizione propone un itinerario nella città di Palermo, articolato in quindici tappe, comprendenti le ville storiche, in particolare Villa Giulia, l’Orto botanico, il Giardino Inglese, il Giardino Garibaldi, Villa Trabia, Villa Niscemi, giardini più recenti come Villa Sperlinga e villa Costa, spazi verdi più vasti come il Parco della Favorita, il Foro Italico, Capo Gallo. La ricerca ha riguardato anche piccole ville di periferia come il Giardino Sagona e la villa di Piazza Niscemi. Non manca un breve cenno all’interazione tra verde urbano e costruito, sia in centro a Piazza Vittorio Veneto, che in periferia nel quartiere Sperone. Una narrazione per immagini per scoprire un “giardino incantato” che è sotto i nostri occhi ma che, troppo spesso, per la frenesia che caratterizza la vita di noi tutti, guardiamo con distrazione e sufficienza. Un invito quindi a soffermarsi e ristorarsi con la loro energia e maestosa bellezza. Un invito a darsi un tempo per il silenzio, la riflessione e l’ascolto, sotto il loro generoso fogliame ed i loro tronchi monumentali, a fianco delle loro sinuose radici, testimoni silenti di cambiamenti sociali e ambientali. Questo ruolo di ponte tra passato e futuro è ancora più significativo oggi, in un’epoca che vive una difficile incertezza; gli alberi, specie molto più longeva della nostra, sono a tutti gli effetti, memoria della nostra storia, da consegnare integra alle future generazioni. Il racconto dell’autore è carico di vibrante intensità, alternando ardite prospettive dal basso, che alludono al legame tra cielo e terra degli alberi, scultorei dettagli forgiati dalla luce e visioni d’insieme che esaltano la loro forza gentile. I colori sono saturi, come le note di un inno alla gioia. La figura umana è volutamente marginale e limitata solo ad alcuni scatti, perché loro sono i protagonisti, ma sottintende il profondo ed ancestrale rapporto che ci lega ad essi.
Miliza Rodic