Cos'è
Scena Nostra, la rassegna di Spazio Franco dedicata al meglio della drammaturgia contemporanea con la direzione artistica di Giuseppe Provinzano, continua venerdì 9 maggio con due delle compagnie che hanno segnato la scena italiana degli ultimi 20 anni: Kronoteatro, fondata nel 2004 per volere di Tommaso Bianco, Alberto Costa, Vittorio Gerosa, Gabriele Lupo, Alex Nesti, Nicolò Puppo, Matteo Tonarelli e Maurizio Sguotti, oggi compagnia riconosciuta dal Ministero della Cultura spesso presente nei cartelloni dei più noti festival nazionali e internazionali; e Maniaci d’Amore- pluripremiata compagnia- Premio ANCT, Associazione Nazionale Critici, Premio Solinas- formata da Luciana Maniaci e Francesco d’Amore.
In un inedito “incontro artistico”, le due compagnie presentano alle ore 21.00 La fabbrica degli stronzi, divertente spettacolo che tiene insieme i diversi linguaggi delle due formazioni, accomunate da uno sguardo impietoso sul reale.
Spazio Franco ha una visione molto più ampia delle sue effettive dimensioni fisiche e riesce ad attrarre le migliori espressioni della scena contemporanea nazionale: Maniaci D’Amore e i Kronoteatro sono due realtà protagoniste dei migliori festival e teatri nazionali ma nonostante ciò giungere in Sicilia non è mai facile: fondamentale la collaborazione con la Rete Latitudini, rete siciliana per i linguaggi contemporanei, che lo ha permesso mettendo in relazione più teatri che in questi giorni lo programmano (oltre Palermo … Calascibetta, Cefalu, Patti).
Sulla scena, attorno alla salma di una donna si muovono i tre figli. Devono lavarla, truccarla e vestirla prima del funerale. Mentre la preparano ripercorrono piccoli episodi significativi della vita familiare. Eventi neutri ma sempre vissuti come terribili abusi, alibi perfetti per continuare una vita senza responsabilità. Per questi personaggi la colpa di ogni loro sofferenza, frustrazione e sventura è sempre attribuita a qualcun altro: la crudeltà dell’altro sesso, la ferocia dei bulli, il duro mondo del lavoro. Ma soprattutto lei: la madre.
A partire da alcune letture fondamentali, tra cui "Critica della vittima" di Daniele Giglioli e “La società senza dolore" di Byung-chul Han, lo spettacolo esplora, con livido umorismo e qualche baluginio di tenerezza, il paradigma vittimario così radicato oggi nella psicanalisi, nei media, nella famiglia, nel nostro modo di abitare il mondo.
Lo stile sospeso, surreale, dei Maniaci d'Amore si sposa così, con quello abrasivo, amaro, di Kronoteatro, in un lavoro originale che esplora il gusto tutto contemporaneo di riconoscersi non in chi agisce ma in chi subisce, la gara popolare a chi sente di bruciare di più nell’inferno che sono gli altri.