Descrizione
“Ricordare oggi Biagio Siciliano e Giuditta Milella significa avere il coraggio di guardare in faccia una verità: in quegli anni a Palermo si poteva morire di mafia anche senza che la mafia sparasse. Si poteva morire perché la città viveva in uno stato di pressione costante, perché chi difendeva la giustizia era costretto a muoversi protetto, ma mai davvero al sicuro, e perché ogni strada, ogni gesto quotidiano era deformato dalla violenza che soffocava la nostra comunità.
La morte di questi due ragazzi non è stata soltanto un tragico incidente: è l’effetto collaterale, ingiusto e inaccettabile, di un sistema criminale che aveva piegato Palermo e condizionato perfino la sua normalità. Oggi, quarant’anni dopo, la nostra città ha il dovere di ricordare senza attenuanti e senza comodità. Ricordare per dire che quella stagione non tornerà più, che nessuna giovane vita deve pagare il prezzo della paura. E ricordare per rinnovare l’impegno a una Palermo vigile, responsabile e capace di difendere la propria libertà ogni giorno. A Biagio e Giuditta dobbiamo una memoria che non sia quieta, ma attiva, esigente e profondamente consapevole”.
Lo ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.