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Periodo di riferimento 2021
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Capitolo 5 - Economia

Capitolo 5: ECONOMIA

Unità locali e addetti delle imprese attive

A Palermo nel 2020 vi erano 40.018 Unità locali delle imprese attive, valore in crescita del 2,1% rispetto alle 39.201 Unità locali del 2019.

Il settore economico con il maggior numero di Unità locali è “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli”, con 11.637 Unità locali, pari al 29,1% del totale, seguito da “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, con 8.169 Unità locali (20,4%), e da “Sanità e assistenza sociale”, con 4.558 Unità locali (11,4%).presenti Con riferimento all’anno di imposta 2020, la principale fonte di reddito è il reddito da lavoro dipendente e assimilati (50,5% del totale dei redditi), seguito dal reddito da pensione (38,1%). Le Unità locali del settore manifatturiero sono 2.025, pari al 5,1% del totale, e quelle del settore delle costruzioni 1.953, pari al 4,9% del totale.

Con riferimento al numero di addetti, la quasi totalità delle Unità locali, il 95,6% sono nella classe 0-9 addetti, il 3,9% nella classe 10-49 addetti, lo 0,4% nella classe 50-249 addetti e lo 0,1% nella classe 250 addetti e più.

Grafico 5.1: Unità locali delle imprese attive per settore economico – anno 2020

5.1

Gli addetti alle Unità locali delle imprese attive nel 2020 erano 129.727, valore che segna una diminuzione dello 0,5% rispetto ai 130.412 addetti del 2019.

Il settore economico che assorbe il maggior numero di addetti è quello del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli”, con 30.849 addetti, pari al 23,8% del totale, seguito da “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, con 16.382 addetti (12,6%) e da “Sanità e assistenza sociale” con 11.738 addetti (9,0%). Gli addetti del settore manifatturiero sono 7.831, pari al 6,0% del totale, e quelli del settore delle costruzioni 6.485, pari al 5,0% del totale.

Il 51,8% degli addetti lavora in Unità locali con un numero di addetti compreso fra 0 e 9, il 21,1% in Unità locali con 10-49 addetti, l’11,0% in Unità locali con 50-249 addetti e il 16,1% in Unità locali con 250 addetti e più.

Grafico 5.2: Addetti delle Unità locali delle imprese attive per settore economico – anno 2020

5.2

Il mercato del lavoro

A Palermo, nel 2021, gli occupati, pari a 180 mila, sono aumentati del 2% rispetto al 2020, quando erano 176 mila.

Nel 2020, anno in cui è esplosa la pandemia, si era invece registrata una diminuzione degli occupati del 2,7% (dai 181 mila occupati del 2019)

Il tasso di occupazione, pari al rapporto fra gli occupati (15-64 anni) e la popolazione residente (15-64 anni), nel 2021 è risultato pari al 42,5%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2020 e di 1,2 punti percentuali rispetto al 2019. L’aumento del tasso di occupazione rispetto al 2019 è da attribuirsi, più che ad un aumento degli occupati (che anzi sono diminuiti di mille unità), ad una diminuzione della popolazione residente.

Grafico 5.3: Tasso di occupazione (15-64 anni) per grande comune anni 2018-2021

5.3

Nel confronto con le altre grandi città, si nota la netta contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di occupazione che vanno dal 61,6% di Venezia al 70,4% di Milano, e le città del mezzogiorno, con tassi di occupazione che vanno dal 35,1% di Messina al 52,8% di Bari (Città, quest’ultima, che tende sempre più ad avvicinarsi ai valori delle Città del centro-nord).

Le tre grandi città siciliane sono, insieme a Napoli, agli ultimi posti della classifica: Palermo 42,5%, Catania 38,7% e Messina 35,1%.

Nonostante l’incremento del numero degli occupati, nel 2021 a Palermo i disoccupati sono sensibilmente cresciuti, passando da 34 mila nel 2020 a 47 mila nel 2021, con un incremento del 39%. Anche confrontando il dato del 2021 con quello pre-pandemia del 2019 (39 mila disoccupati) si registra un sensibile incremento, pari al 22,1%.

L’aumento del numero dei disoccupati, considerato l’andamento del numero degli occupati, è da attribuirsi principalmente alla riduzione delle persone inattive. In altre parole, la ripresa economica post-pandemia potrebbe aver spinto molte persone (che in precedenza erano classificate come inattive) a cercare attivamente un lavoro.

Quale diretta conseguenza del sensibile aumento del numero dei disoccupati, il tasso di disoccupazione, pari al rapporto fra i disoccupati e la somma di occupati e disoccupati, nel 2021 è risultato pari al 20,9%, in aumento di 4,7 punti percentuali rispetto al 2020, e di 3,2 punti percentuali rispetto al 2019.

Grafico 5.4: Tasso di disoccupazione per grande comune
anni 2018-2021

5.4

Nel confronto con le altre grandi città, si nota anche in questo caso una contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di disoccupazione che vanno dal 3,9% di Bologna all’8,8% di Roma, e le città del mezzogiorno, con tassi di disoccupazione che vanno dal 20,9% di Palermo al 40,0% di Messina. Fa eccezione Bari, che con il 9,4% presenta un tasso di disoccupazione molto vicino a quello di Roma.

Si osserva che il tasso di disoccupazione è in tutte le città del centro-nord (e a Bari) inferiore al 10%, mentre nelle città del mezzogiorno (esclusa Bari) assume valori drammaticamente elevati: 20,9% a Palermo, 25,9% a Catania, 31,1% a Napoli e 40,0% a Messina.

La popolazione inattiva (tecnicamente “non forze di lavoro”) a Palermo, nel 2021, è diminuita del 10,8%, passando da 210 mila a 188 mila. Rispetto al 2019, quando ammontava a 208 mila unità, si registra invece una diminuzione del 10,0%.

Il tasso di inattività, pari al rapporto fra la popolazione non appartenente alle forze di lavoro (15-64 anni) e la popolazione residente (15-64 anni), nel 2021 è risultato pari al 46,0%, in diminuzione di 4,6 punti percentuali rispetto al 2021, e di 3,5 punti percentuali rispetto al 2019.

Nel confronto con le altre grandi Città, si nota ancora una volta la netta contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di inattività che vanno dal 24,5 % di Milano al 34,9% di Venezia, e le città del mezzogiorno, con tassi di inattività che vanno dal 41,2% di Messina al 47,4% di Catania.

Nonostante la sensibile diminuzione registrata nel 2021, il tasso di inattività registrato a Palermo è il secondo valore più elevato fra tutte le grandi città (dopo Catania), drammaticamente vicino al 50%.

Grafico 5.5: Tasso di inattività (15-64 anni) per grande comune anni 2018-2021

5.5

L’indice dei prezzi al consumo

A Palermo l’indice tendenziale dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) ha chiuso il 2021 in sensibile rialzo: a dicembre si è registrata una variazione pari a +4,4%. A livello nazionale invece l’indice ha chiuso l’anno a +3,9%.

In media d’anno, l’inflazione a Palermo nel 2020 è risultata pari al 2,0% (il 2019 si era chiuso con +0,2%). A livello nazionale nel 2020 il valore in media d’anno è risultato pari a +1,9% (mentre il 2020 si era chiuso in negativo: -0,2%).

Negli ultimi 24 mesi, a Palermo il tasso d’inflazione, pari a 0,5% a dicembre 2019, ha inizialmente mostrato un timido trend crescente, fino a raggiungere il valore di +1,0% ad aprile 2020, per poi invertire il trend fino a scendere in territorio negativo a giugno e raggiungere -0,4% ad agosto. Da settembre 2020 l’indice ha intrapreso un trend decisamente crescente, che negli ultimi mesi ha portato il tasso d’inflazione a superare il 4%.

Grafico 5.6: Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale. Tassi congiunturali e tendenziali Palermo – Italia gennaio 2020 – dicembre 2021

5.6

L’analisi dell’indice dei prezzi al consumo per divisione di spesa, in base alle variazioni registrate in media d’anno nel 2020, evidenzia dinamiche diversificate dei prezzi nei dodici raggruppamenti di prodotto presi in considerazione dall’Istat.

Come è possibile rilevare dal grafico 5.7, a Palermo nel 2021 i prezzi in media d’anno sono diminuiti in tre divisioni di spesa: Istruzione (-3,9%), Comunicazioni (-1,5%) e Abbigliamento e calzature (-0,6%). Nelle rimanenti nove divisioni di spesa i prezzi, in media d’anno, sono invece aumentati, da un minimo dello 0,3% di Servizi sanitari e spese per la salute ad un massimo del 7,3% di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili.

Grafico 5.7: Variazioni in media d’anno 2021 su 2020 per divisione di spesa

5.7

Il grafico 5.8 riporta l’andamento degli indici tendenziali per tipologia di prodotto: indice relativo ai beni, indice relativo ai servizi e inflazione di fondo (o core inflation), ovvero indice dei prezzi al netto delle variazioni dei prodotti alimentari freschi e dei beni energetici.

Grafico 5.8: Tassi tendenziali per tipologia di prodotto
gennaio 2020 - dicembre 2021

5.8

Il grafico 5.9 riporta l’andamento degli indici tendenziali per frequenza di acquisto:

  • Prodotti ad alta frequenza di acquisto: generi alimentari, bevande alcoliche e analcoliche, tabacchi, spese per l’affitto, beni non durevoli per la casa, servizi per la pulizia e la manutenzione della casa, carburanti, trasporti urbani, giornali e periodici, servizi di ristorazione, spese di assistenza
  • Prodotti a media frequenza di acquisto: spese di abbigliamento, tariffe elettriche, tariffe relative all’acqua potabile e allo smaltimento dei rifiuti, medicinali, servizi medici e dentistici, trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei, servizi postali e telefonici, servizi ricreativi e culturali, pacchetti vacanze, libri, alberghi e altri servizi di alloggio
  • Prodotti ad alta frequenza di acquisto: elettrodomestici, servizi ospedalieri, acquisto dei mezzi di trasporto, servizi di trasloco, apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, articoli sportivi

Grafico 5.9: Tassi tendenziali per frequenza di acquisto
gennaio 2020 - dicembre 2021

5.9a

Nel grafico 5.10 sono riportati i tassi di variazione tendenziale dei prezzi al consumo registrati nelle città capoluogo di regione[1] a dicembre 2021.

Grafico 5.10: Tassi tendenziali dicembre 2021 nelle 20 città capoluogo di regione

5.10

Le banche

Al 31 dicembre 2021 risultano operanti a Palermo 145 sportelli bancari, con una diminuzione di 7 sportelli rispetto al 2020. Estendendo l’analisi al decennio 2011-2021, il numero di sportelli, pari a 237 nel 2011, fa registrare un trend decrescente, fino a raggiungere – come già detto – il numero di 145 nel 2021 (-38,8% rispetto al 2011).

I depositi bancari nel 2021 ammontano complessivamente a 9.243 milioni di Euro (+3,3% rispetto al 2020), pari a 14,7 mila Euro per abitante, mentre gli impieghi ammontano a 6.573 milioni di Euro (-0,8% rispetto al 2020), pari a 10,4 mila Euro per abitante.

Grafico 5.11: Sportelli bancari, depositi e impieghi dal 2011 al 2021

5.11

Le compravendite immobiliari

Il mercato immobiliare nel 2020 è stato fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19, e in particolare al lungo periodo di lockdown (dal 9 marzo al 3 maggio) che ha bloccato la maggior parte delle attività economiche.

Nel 2021 il mercato immobiliare è tornato a crescere, e il numero di compravendite è risultato più alto anche rispetto al 2019. Complessivamente si sono registrate a Palermo 6.088 compravendite di immobili residenziali, valore in aumento di 1.100 unità (+22,0%) rispetto al 2020 e di 393 unità (+6,9%) rispetto al 2019.

Grafico 5.12: Compravendite di immobili residenziali a Palermo dal 2011 al 2021

5.12

Nel confronto con i volumi di compravendita registrati nel 2011, il mercato immobiliare residenziale risulta in aumento dell’11,5%. Nei dieci anni in esame il numero più elevato di compravendite si è registrato proprio nel 2021, mentre il numero più basso nel 2013 (3.736 compravendite).


[1] Per la Calabria, viene riportato il dato di Reggio Calabria

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